Roma, scoperta la tomba dell'atleta: una grossa pietra era la porta per l'aldilà

Roma, scoperta la tomba dell'atleta: una grossa pietra era la porta per l'aldilà
di Laura Larcan
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Venerdì 1 Giugno 2018, 15:00 - Ultimo aggiornamento: 3 Giugno, 15:16

Una tomba di 2300 anni fa, intatta, chiusa ancora dalla possente lastra di travertino come porta dell'aldila'. E al suo interno le sepolture di quattro individui. Gli archeologi l'hanno ribattezzata "La tomba dell'Atleta", perche' nel corredo ancora inviolato spiccano due "strigili", gli strumenti in ferro utilizzati dagli atleti per detergersi il corpo da sudore, sabbia e grasso dopo combattimenti e imprese sportive.
 

 


Una sorpresa inaspettata, nell'estrema periferia della Capitale, riaffiorata a quattro metri di profondita' in un banco tufaceo dello scavo in zona Tiburtina, localita' Case Rosse (presso il Tecnopolo) durante i lavori per il raddoppio dell'acquedotto di Castell'Arcione-Salone condotto dall'Acea. L'intervento di archeologia preventiva della Soprintendenza di Roma guidata da Francesco Prosperetti e' stato provvidenziale.
 

A sorprendere gli archeologi diretti da Stefano Musco e' lo stato di conservazione della tomba sotterranea: qui si vedono gli scheletri di due uomini adagiati sui "letti" laterali (i presunti atleti di 50 e 39 anni) mentre una donna accovacciata (l'eta' resta ancora da identificare) e un uomo tra i 35 e i 45 anni, sono riversi a terra, al centro.

Intorno ai corpi, il corredo: 25 pezzi di ceramica tra vasi e piatti a vernice nera con decorazioni bianche di motivi vegetali. Non solo, anche una moneta databile tra il 335 e il 312 a.C. mentre dentro due coppe sono state identificate le ossa di resti animali (coniglio, capretto o agnello) lasciate secondo il rituale del banchetto che accompagna il defunto. Una datazione complessiva per la tomba tra il 320 e il 310 a.C. Ad annunciare la scoperta, il soprintendente Prosperetti e il presidente di Acea, Luca Lanzalone.

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