Il Cinema America si fa in tre: arene dal Centro alla periferia

L'arena di piazza San Cosimato
di Marco Pasqua
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Mercoledì 30 Maggio 2018, 14:07 - Ultimo aggiornamento: 15:10
Se piazza San Cosimato e la chiusura di un’esperienza lunga tre estati, rappresentano ancora un vulnus, una ferita aperta, i 21 ragazzi che animano le notti del cinema America sono riusciti a trasformare questo ostacolo in un’occasione di rilancio e rinascita. Arrivando a triplicare quello che era il loro progetto originale trasteverino: non più un’arena soltanto nel cuore di Roma (adesso nel cortile del liceo Kennedy, a 200 metri dalla “loro” piazza), ma anche in periferia, a Tor Sapienza (nel parco del Casale della Cervelletta) e al Porto di Ostia. La mente di questo mondo, Valerio Carocci, la chiama “centrifuga cinematografica”: «Vogliamo far sì che il pubblico partecipi a tutte e tre le arene, in un meccanismo virtuoso che ha lo scopo di far aumentare gli appassionati. Non vogliamo togliere pubblico alle sale cinematografiche ma, anzi, porre le basi affinché questo incrementi ulteriormente». I numeri sono degni di un grande festival: 3 schermi di 12 metri per 8, 201 serate a ingresso gratuito (dal 1° giugno all’8 settembre), 8200 metri quadrati di superficie, 190 diverse opere cinematografiche. E i nomi sono quelli di una manifestazione che porterà davanti al pubblico il meglio del cinema italiano: da Carlo Verdone a Gigi Proietti, da Matteo Garrone a Luca Guadagnino, e ancora Michele Placido, Luca Zingaretti, Silvio Orlando, Riccardo Scamarcio, Claudio Bisio, Nicola Piovani, Paola Cortellesi, Cristina Comencini, Daniele Luchetti, Alba Rohrwacher. 



8 MESI DI LAVORI
«Abbiamo lavorato da ottobre a maggio per realizzare queste rassegne – dice Carocci, 26 anni, con gli inseparabili vice, Federico Croce e Giulia Flor Buraschi – 243 giorni di richieste di permessi, corsi per la sicurezza che abbiamo dovuto seguire (alcuni di loro adesso potrebbero operare all’interno di una centrale termonucleare, ndr), moduli da compilare». Quasi 2000 le pagine, tra email e pratiche, che i ragazzi hanno gestito, per arrivare a completare questo mosaico. Venticinque le persone assunte («tutte in regola», specifica Carocci): tra i 20 e i 30 anni di età, con un giovane che è arrivato appositamente da Milano per lavorare alla rassegna. Sono lontani i tempi in cui – correva l’anno 2012 – questi ragazzi avevano occupato un cinema, per poi liberarlo nel 2014. Un percorso dall’illegalità verso la legalità, come evidenziato anche dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti, durante la conferenza stampa di presentazione della kermesse: «Crediamo in questo progetto anche per il percorso che hanno fatto questi giovani, che promuovono quello che considero un evento immenso, in tre quartieri, con decine di migliaia di spettatori coinvolti». «Quella offerta da questa rassegna è una possibilità straordinaria per il rilancio di Ostia», dice Guglielmo Muntoni, Presidente terza sezione penale del Tribunale di Roma. «Un progetto che coniuga la passione per la settima arte e per il territorio», sottolinea il direttore generale Siae, Gaetano Blandini. «Alcune istituzioni ci considerano una realtà scomoda: ma questo solo perché noi siamo indipendenti, dal punto di vista culturale e politico», sottolinea Croce, Tesoriere del Piccolo America.

“FOLLI E VISIONARI”
Si parte il 1° giugno dal cortile del liceo Kennedy, con il regista Francesco Bruni. Nei due mesi di arena si alterneranno pellicole omaggio a Ingrid Bergman, Woody Allen, Dario Argento; il 10 luglio ci sarà Proietti, per presentare “Febbre da cavallo”. Al parco della Cervelletta il via sarà il 9 giugno con Asia Argento, che introdurrà “Scarlet Diva”, e poi spazio alle retrospettive su Almodovar e Garrone (quest’ultimo presente il 10 e 24 giugno). Tra gli altri ospiti, Pif, Libero de Rienzo, Daniele Luchetti, Luca Bigazzi. A Ostia, invece, il proiettore si accenderà l’11 giugno, con un omaggio a Pietro Germi di Carlo Verdone, mentre il 4 luglio Guadagnino presenterà “L’impero dei sensi” di Oshima. Tra le retrospettive, quella su Pier Paolo Pasolini e una su Quentin Tarantino. «Bisogna essere visionari e folli per portare avanti questo progetto – dice Carocci – e non solo per delle valutazioni di tipo economico. Ci siamo dovuti scontrare con la burocrazia e molti altri ostacoli, perché abbiamo l’ossessione di fare tutto nel massimo rispetto della legalità». Il cuore è ancora lì, in quella piazza San Cosimato, che questa estate resterà senza cinema. E’ rimasta anche su quella piazza, dove tutto ebbe inizio, la sede dell’associazione di questi giovani: un piccolo monolocale, al piano terra, dove, giorno e notte, hanno combattuto per far rivivere un sogno di cui sono tutti innamorati.
 
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