Rieti, inaugurata la nuova casa
dell'Arci Rieti in piazza Cavour

Rieti, inaugurata la nuova casa dell'Arci Rieti in piazza Cavour
di Fabiana Battisti
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Sabato 26 Maggio 2018, 19:46 - Ultimo aggiornamento: 27 Maggio, 10:24
RIETI - «Passo dopo passo con la forza e la tenacia delle formiche» l'Arci Rieti ha trovato una nuova casa. Dopo la condizione di terremotati, rimasta immutata per oltre un anno e mezzo dall' ottobre 2016, oggi l'Arci ha potuto finalmente tagliare il nastro inaugurale della sede in piazza Cavour 9.

Tantissimi sono stati gli accorsi tra amici e associazioni. Locomotiva, Cgil Rieti, i presidenti di Arci Perugia, Terni, Viterbo, Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci e Simone Petrangeli, tutti presenti per condividere la gioia e i colori di un evento tanto a lungo atteso, per prima - nella persona di don Fabrizio Borrello - come ha ricordato con emozione la presidente Valeria Patacchiola, «la Caritas di Rieti che in questo tempo ci ha meravigliosamente ospitati in via sant’Agnese, fornendoci una sede logistica e un sostegno impagabile. In effetti andarcene ci dispiace, siamo diventati amici».

Dopo aver ringraziato il direttivo Arci Rieti e l'equipe Arci Sprar per il lavoro, sebbene complesso, condotto instancabilmente, è stato il presidente uscente dell’Arci Lazio a parlare. Alberto Giustini entrato a “gamba tesa” da gennaio in quella che era ancora solo una sede in cantiere ha saputo infondere la tenacia necessaria tra gli operatori. «In tanti abbiamo scritto un pezzo di storia dell'Arci del Lazio oggi e l’abbiamo fatto con una ricetta antica dei nostri padri, da oggi Rieti ha questi 156 metri quadrati di forza socialista, dove spero ci sia una vita culturale intensa». E ha tenuto a precisare, la «struttura è stata comprata e ristrutturata senza un centesimo di denaro pubblico, solo grazie al mutualismo da parte di circoli e associazioni di tutta Italia e dell’ “eroe moderno” del socialismo, l’architetto Roversi, siamo riusciti a coprire i 77mila e 500 euro di acquisto dell’immobile e i 47mila e 851 euro di ristrutturazione”.

E proprio per fronteggiare la cupezza della realtà contemporanea è stato presentato il dipinto “L’albero della speranza”, realizzato dagli artisti di Portonaccio di Roma. Il quadro di buon auspicio sormonta l’ingresso della sede, con il suo ulivo simbolo delle radici di una sabina contadina e lavoratrice ma allo stesso tempo sintomo di speranza per la sua fioritura, tra cielo e terra i colori della razza umana, richiamo alla bandiera dell’Arci.
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