Napoli, sequestrata e torturata in casa dall'ex fidanzato: Melania lo aveva denunciato

Sequestrata e torturata in casa dall'ex fidanzato. Melania aveva denunciato, ecco come si è salvata
di Mary Liguori
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Mercoledì 23 Maggio 2018, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 25 Giugno, 16:50
Se non avesse urlato forte fin quasi a farsi mancare il respiro, forse a casa non sarebbe mai più tornata e la sua sarebbe diventata una di quelle storie da giallo che tornano periodicamente sulle pagine di cronaca nera di provincia, per un nuovo indizio, una nuova pista, una svolta annunciata dopo anni che però non arriverà mai. Invece Melania (il nome è di fantasia), sebbene terrorizzata che il suo aguzzino potesse tornare da un momento all'altro e finire il lavoro che aveva incominciato tante ore prima, ha avuto la forza di sporgersi dalla finestra, strillare con tutto il fiato che aveva in corpo, attirare così l'attenzione di un passante e riuscire a liberarsi da un incubo.

Lo scorso 4 maggio la ragazza è stata sequestrata dal suo ex fidanzato. Torturata per ore. Ieri, lui ieri è finito in carcere. Si chiama Mario Amsdem e ha trentadue anni. Vittima e carnefice sono stati insieme per molti anni. La loro era una di quelle storie che incominciano nell'adolescenza e che arrivano all'età adulta. Ma nella crescita erano cambiati, si erano allontanati, litigavano di continuo. E lui l'aveva picchiata, più volte, in passato. Lei lo ha anche denunciato. Diverse volte negli ultimi cinque anni è stato indagato per maltrattamenti e stalking. Ma le indagini non hanno portato da nessuna parte. E la vittima ha complicato le cose, presentando le sue denunce in stazioni diverse.
 
Vite confuse e storie che sono tornate a intrecciarsi nonostante la violenza e la paura. È stato così che il 4 maggio lui l'ha convinta a seguirlo a casa sua, un appartamento delle palazzine popolari di Teano. Appena si sono chiusi la porta alle spalle, è iniziato un incubo. Schiaffi, pugni, calci. Poi Amsdem ha preso un martello, una mazzola da muratore da un chilo, e ha iniziato a colpirla ovunque. Sulla testa, sulla schiena. Sulle gambe. Poi ha preso un cellulare e l'ha costretta a chiamare sua madre. «Dille che per ora va tutto bene, ma mi deve dare tremila euro altrimenti di qua non esci». La ragazza, nel bel mezzo del massacro, quindi, ha chiamato casa e ha parlato con sua madre. «Io non torno a casa stanotte, ma mi servono tremila euro perché ho avuto un incidente». La donna non si è allarmata, né ha ritenuto di dover chiamare aiuto. A quanto pare ha semplicemente pensato che la sua stessa figlia volesse in qualche modo ingannarla per sfilarle dei soldi. Poi in sottofondo sentiva la voce di lui «Diglielo, diglielo». Quindi le ha domandato se andasse tutto bene. Lei l'ha tranquillizzata. La donna le ha creduto. Misteri. Fatto sta che Amsdem non ha mollato. Ha continuato a picchiare la ragazza e, solo al mattino, finalmente è uscito di casa, chiudendola dentro e portandosi via il telefonino. A quel punto, la giovane ha tentato il tutto per tutto. Si è affacciata alla finestra e ha chiesto aiuto. Poco dopo sono arrivati i carabinieri ed è tornato anche Amsdem. Sanguinante, con lividi su tutto il corpo, la ragazza ripeteva «non è niente, non è niente». Quanto a lui, ha detto che anche lei lo aveva aggredito. I militari non hanno creduto a nessuno dei due e hanno portato la ragazza in ospedale, a Caserta. Al Pronto soccorso il massacro che aveva subito si è tradotto in qualche medicazione e soli tre giorni di prognosi. Altro mistero. Poi nel pomeriggio si è sentita male e si è presentata in caserma a Pietramelara dove, finalmente, ha raccontato la notte da incubo. A quel punto, sono partite le indagini, coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere diretta da Maria Antonietta Troncone. Il pm Mariangela Condello ha delegato i carabinieri della compagnia di Capua, agli ordini del capitano Francesco Mandia e i militari del Norm del tenente Francesco Ciardiello. Ieri il gip Sergio Enea ha spiccato l'arresto. Quando è stato arrestato, in casa aveva 50 grammi di hashish. E il martello usato per le violenze.

Restano i dubbi sul perché Amsdem non sia stato fermato prima, nonostante le precedenti denunce della vittima. Per l'accusa di stalking è in corso un processo, ma nonostante il temperamento dell'imputato l'autorità non ha ritenuto di firmare un ordine di restrizione affinché si tenesse alla larga dalla ragazza. Né si conosce l'esito dell'ultima denuncia che la giovane ha sporto, nel febbraio scorso, per minacce gravi. Misteri.
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