VALUTAZIONE INDIVIDUALE
Di Francesco e Monchi sanno bene quali sono le esigenze della Roma. Le cifre stagionali li aiutano a pianificare il futuro. Il rendimento in campionato è stato inferiore alle aspettative, quello in Champions, invece, superiore. Due facce della stessa squadra. Come è successo con le fasi di gioco. Ottima quella difensiva, con la seconda miglior difesa del torneo: 28 resti subite, solo la Juve con 24 ha fatto meglio. Insufficiente quella offensiva, con il 5° attacco della serie A: 61 gol realizzati, 29 in meno di un anno fa. L’allenatore, dopo la gara di Reggio Emilia, ha chiaramente evidenziato la lacuna. Dzeko è l’unica punta ad aver chiuso in doppia cifra: 24 reti, comprese le 8 in Champions. Il reparto numericamente più completo ha, dunque, deluso la società e il tecnico. Promosso solo il giovane Under, tra l’altro debuttante: 8 gol, 7 dei quali in campionato. Solo 1 per Defrel e 3 per Schick, cioè gli investimenti più significativi della scorsa estate. Fiacchi pure Perotti, appena 5 reti in questo torneo e 8 totali, e lo stesso El Shaarawy, il 2° miglior realizzatore con 9 gol, 7 in A e 2 in Champions. Solo Dzeko e Under hanno la certezza di essere confermati. Gli altri finiranno sotto la lente di ingradimento. E con loro anche i centrocampisti che, nella fase realizzativa, hanno spesso fatto cilecca: Nainggolan 6 reti (nella scorsa stagione chiuse a quota 14), Pellegrini 3, De Rossi e Gerson 2, Strootman 1 e Gonalons addirittura a digiuno. In sintesi: non c’è da intervenire solo davanti.
PORTA CHIUSA
La Roma, nelle 51 partite, ha dato spesso la sensazione di essere equilibrata e solida: lo confermano i 23 clean sheet (18 in campionato, con ben 12 in trasferta). Il limite, dunque, è riconoscibile nella mancanza di efficacia che va ritrovata, come ha spiegato lo stesso Di Francesco, anche con qualche specialista che Monchi sta cercando sia in Italia che all’estero. Dietro, però, la differenza l’ha fatta, insieme con l’organizzazione (baricentro alto e pressing nella metà campo avversaria), soprattutto Alisson. Che, nel ruolo, va considerato il top. E’ il motivo per cui l’allenatore, pure in pubblico, se lo tiene stretto, confidando nella promessa del presidente e del ds. E dando quindi la priorità alla situazione contrattuale del portiere. Viene prima della sua.
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