Juve, Buffon in lacrime: «Sabato la mia ultima partita» Diretta

Juve, Buffon in lacrime: «Sabato la mia ultima partita» Diretta
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Giovedì 17 Maggio 2018, 10:54 - Ultimo aggiornamento: 14:56

Nelle parole di Gigi Buffon c’è tutta l’emozione di chi ha dato tutto e ha vinto più di chiunque altro con quella maglia. Indossata per l’ultima volta sabato, contro il Verona. La conferenza stampa di addio di Buffon inizia con le lacrime agli occhi e la voce rotta dal pianto e si chiude con un applauso commovente per un campione che ha fatto la storia della Juventus e dell’Italia. Dice addio alla Juve ma probabilmente non al campo, passa la fascia di capitano a Chiellini e chiude definitivamente con la Nazionale.

«Gli saremo eternamente grati – spiega Andrea Agnelli – ma gli eventi non devono far cambiare la programmazione e il futuro della Juve, ecco perchè l’anno prossimo in porta ci sarà Szczesny. Gigi ha il mio pieno supporto, grazie per 17 anni straordinari, ora goditi lo Stadium». Lui si emoziona e racconta cosa si aspetta dal futuro. «Arrivo a questa giornata con serenità, felicità e appagamento. Sabato sarà la mia ultima con la maglia della Juventus, il modo migliore per finire questa grandissima avventura, con altre due vittorie importanti. La mia paura era di arrivare alla fine da sopportato o da giocatore che aveva fuso il motore, ma le prestazioni sono state all’altezza del mio nome e del nome della Juve. Nel 2001 la Juve ha preso un talento straordinario che ha fatto diventare campione. Fino a 15 giorni fa ero sicuro che avrei smesso giocare, poi sono arrivate proposte stimolanti fuori dal campo – con la Juve in testa – ma anche in campo. Dopo il weekend farò le mie riflessioni, prenderò la decisione definitiva. Szczesny è un portiere di valore eccelso, con 13 anni in meno di me. Vale come me ed è più giovane. Di un futuro ancora in campo in Italia non se ne parla. Non andrò a finire in chissà quale campionato di 3°-4° fascia, sono un animale da competizione, non potrei vivere una situazione del genere».

L’ultima stagione è stata la più logorante delle ultime.
«E’ stata un’annata snervante e stancante emotivamente. Con bassi inaspettati e picchi incredibili. In tal senso la razionalità a volte è venuta meno, qualche perplessità dopo il Napoli per lo Scudetto c’era. Dovevamo capire se eravamo ancora noi o rischiavamo di disunirci nel finale finale. Per l’ennesima volta abbiamo dato una risposta incredibile. Se è la Juve più forte di sempre? Mancherei di rispetto nei confronti di chi ci ha preceduto. Ma è sicuramente la Juve più solida, testarda e continua. Sabato? La vivrò normalmente. Non ho ancora capito la ragione della mia espulsione in campo al Bernabeu. Per le esternazioni fuori dal campo è evidente che abbia trasceso, di quello sono dispiaciuto. Era una situazione particolare, il Buffon di quella sera con l’animo dilaniato di quella sera non poteva che dire quelle cose. Passati due giorni mi è dispiaciuto aver offeso l’arbitro, dopo 2 giorni lo avrei abbracciato chiedendo scusa, ma ribadendo che poteva andarci più piano con il cartellino».

Niente passerella azzurra il 4giugno a Torino.
«Se Buffon era un problema 3 mesi fa non oso pensare 3 mesi dopo, diventerebbe qualcosa di complicato da gestire e mi ci voglio tenere lontano.

Non penso di meritarlo. Il 4 giugno qui a Torino non ci sarò. Non ho bisogno di altri attestati di stima e celebrazioni, le persone vanno celebrate e rispettate se si pensa abbiano un valore. Ma quando sono vive, non quando sono morte». Il passaggio di consegne con Chiellini è ufficiale. «Ciclo chiuso? Sarebbe molto grave se lo pensassi. La Juve prima di me ha avuto Zoff, Peruzzi e Tacconi, se avessi la presunzione di pensare che senza di me si chiude un chiuso sarei da rinchiudere. Unica cosa imprescindibile è la Famiglia, per forza e risultati. Io sono una piccola parte di questa Juve. Senza di me la Juve continuerà a vincere come con me, e magari anche di più».
 
 

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