Nel percorso, si rende omaggio a Tel Aviv (fondata nel 1909 come estensione dell'antica città di Jaffa, dal 2003 nella lista dei siti Unesco Patrimonio Mondiale dell'Umanità, avvenimento da cui ha avuto origine la mostra) come simbolo dell'incontro tra culture, di vivacità e apertura.
Ciò che emerge infatti, camminando sopra alla gigantografia messa a terra che raffigura una veduta aerea della città, e osservando le grandi fotografie alle pareti, è quanto la bellezza minimalista, il rigore e l'assenza di ridondanza (anche nel bianco prevalente degli edifici, a cui si deve il nome di «città bianca») siano elementi essenziali di Tel Aviv.
A questo poi si aggiungono i dettagli che la rendono unica: le vetrate, che rispetto all'Europa scompaiono per via della troppa luce, la predominanza di balconi di ogni tipo, tutti ombreggiati da tettoie per contrastare il caldo, e gli edifici, divisi per blocchi, disegnati con sbalzi e rientranze per intercettare la brezza marina.
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