Di Francesco-Monchi, un patto per la Roma

Di Francesco-Monchi, un patto per la Roma
di Alessandro Angeloni
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Martedì 15 Maggio 2018, 07:35
 Quattro, forse cinque giocatori nuovi. Pronti, fatti, consapevoli. Non da esplorare, da aspettare, progetti. Il resto sarà contorno e vanno bene i giovani, i talentini (Ante Ćorić, 21 anni, è uno di questi) in divenire, qualche esperimento dalla Primavera o Under 17. Ma ciò che serve a Di Francesco è una rosa all’altezza, nella (quasi) totalità. Solo così si diminuisce il gap con la Juventus, solo così si può sperare in un’altra meravigliosa avventura in Champions. «Dove possiamo migliorare? Siamo cresciuti in mentalità, ma dobbiamo ancora crescere qualitativamente, ci è mancato qualche gol, mentre in difesa abbiamo lavorato bene. Under? E’ un ragazzo molto sveglio e la sua crescita mi ha reso felice, può solo migliorare. La Roma al primo posto delle sviste arbitrali? Sono tutti alibi»
IL PUNTO DELL’ALLENATORE
Poi il futuro. «Che reparto dobbiamo rinforzare? Difesa, centrocampo e attacco. Balotelli? Abbiamo già le idee chiare, ma Mario è un giocatore dalle grandi qualità. Alisson? E’ il più forte che ci sia», ecco, così vuole ripartire Eusebio (parole rilasciare a Tiki Taka), che conosce del suo gruppo pregi e limiti. Ma ha le idee chiare, così come Monchi. «Non è solo importante chi prendiamo, ma essere in accordo con il tecnico: io e Eusebio siamo la stessa persona», così, infatti, il ds, ha replicato. Ok, ma cosa serve alla Roma? Andiamo per ordine. Il portiere, su Alisson (17 cleen sheet in campionato, un girone in pratica) il club farà una riflessione. Al momento non c’è necessità di cederlo, dipenderà dalle offerte che si marializzeranno. Se il Real offre 80, difficile che Alisson resti. Incognita è anche Florenzi sul quale pesa la scadenza (2019) del contratto e esigenze economiche che la Roma per ora non ha intenzione di prendere in considerazione. Se Ale e il club fanno un passo indietro e uno avanti, si andrà avanti, altrimenti amen, per lui ci sono Inter, Altletico. Si vedrà. In quel caso ci sarà bisogno di un esterno basso vero, visto che Karsdorp è ingiudicabile, in pratica sta ricominciando ora da capo. Serve un destro e serve un sinistro. Un vice Kolarov. C’è Luca Pellegrini, è vero, ma parliamo di un ragazzo del ‘99. Un rischio, forse. L’ideale, proprio perché dietro c’è un giovane interessante, sarebbe un altro Kolarov. E abbiamo visto che apporto ha dato l’ex City. Proprio per la situazione ballerina, la Roma avrebbe bisogno di un Darmian, uno capace di fare le due fasce. Un Cancelo, ma riscattarlo costa caro: 35 milioni all’incirca. Un tipo di investimento che la Roma potrebbe pensare di fare nel caso di cessione illustre, vedi appunto Alisson, oppure Strootman, oppure Nainggolan o Manolas, quelli notoriamente appetiti in Europa. Un altro centrale di difesa, ad esempio, specie in caso di cessione di uno, servirebbe: l’ideale sarebbe José Giménez, 23 anni, uruguaiano dell’Atletico Madrid, società che ascolta le offerte altrui. Il reparto sul quale bisognerà intervenire di più, per via anche di possibili cessioni, è il centrocampo. De Rossi ha bisogno di un’alternativa, o uno a cui fare da alternativa.
REGIA D’AUTORE
Un regista, insomma. Mateo Kovačić, il nome. Jean Seri, il sogno dell’anno scorso. O ancora un Geoffrey Kondogbia, rigenerato dall’avventura al Valencia. In Italia, le mezze ali suggerite e seguite da Monchi sono Nicolò Barella e Bryan Cristante. Sarebbero investimenti mirati, con qualche rischio, per l’età, nell’immediato. Le punte, poi. Prima va capito chi tra Perotti o El Shaarawy partirà, poi va trovato un sostituto. Justin Kluivert è uno dei papabili, ad esempio. Un giovane ma di livello. Dzeko ha per ora Defrel e Schick come vice. Ma soprattutto servirà il Riyad Mahrez dello scorso anno, al secolo Federico Chiesa, Simone Verdi o il sempre buono Domenico Berardi. E quest’anno il sacrificio si può fare.
 
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