Il Vaticano apre le porte ai tesori nascosti e alla tomba del San Gennaro di Roma

Il Vaticano apre le porte ai tesori nascosti e alla tomba del San Gennaro (di Roma)
di franca Giansoldati
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Sabato 5 Maggio 2018, 17:01 - Ultimo aggiornamento: 7 Maggio, 00:18

Città del Vaticano –  Anche Roma (e non solo Napoli) ha il suo San Gennaro sepolto in una catacomba lungo l'Appia antica, anche se si tratta di un martire meno famoso rispetto al 'collega' partenopeo. Il Vaticano - il 13 maggio - aprirà al grande pubblico le porte di alcuni dei luoghi archeologici solitamente chiusi, vere e proprie meraviglie sotterranee disseminate lungo l'Appia Antica. L'iniziativa è della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra voluta per valorizzare il patrimonio della Regina Viarum, l'antica strada consolare che ai tempi dei romani portava a Capua, consentendo ai turisti di allargare lo sguardo a quel pezzo di territorio, e includere ai luoghi più conosciuti, come Cecilia Metella o il Quo Vadis, anche siti legati alle prime comunità cristiane che restano fuori dai normali circuiti o addirittura interdetti al pubblico.
 

 


Le catacombe di Pretestato, per esempio, tra le più ricche dal punto di vista epigrafico e iconografico, dove si possono ammirare le pitture del III secolo, affreschi coloratissimi di scene che richiamano episodi del Vangelo, di cui sono adornate le pareti lungo tutta la galleria chiamata Spelunca Magna. Venne scavata nel secondo secolo ma fu utilizzata come cimitero ipogeo a partire dal III secolo. Successivamente fu ricavato anche un livello più profondo rispetto alla Spelunca Magna con altre gallerie e cubicoli affrescati. Uno spettacolo.

Queste catacombe vennero scoperte per caso verso la metà del 1800. Si dice che vi siano stati sepolti diversi martiri. Urbano, Felicissimo, Agapito, Quirino e Gennaro. «Anche Roma ha il suo San Gennaro anche se non lo sa quasi nessuno» spiega monsignor Pasquale Iacobone, segretario della Commissione vaticana e artefice del percorso alla scoperta della Appia Antica dei primi secoli del cristianesimo.

Il 13 maggio sarà possibile visitare anche il museo della Torretta, normalmente non visibile, contenente sculture e sarcofagi e, infine, la basilica ipogea, assai suggestiva, dei Martiri Greci, anche questa non aperta al pubblico. Una costruzione enorme, circiforme, scoperta negli anni Sessanta, poco distante dalla chiesa del Quo Vadis, interamente sotto terra. La sorpresa maggiore è discendere di oltre venti metri dalla strada e ritrovarsi all'interno di una basilica dedicata ad un gruppo di martiri provenienti dalla Grecia. «Una chiesa molto bella e sotterranea che conoscono pochissime persone, un monumento dal quale si arriva alla tomba di San Gennaro, al quale Papa Damaso dedicò una composizione poetica».

L'Appia Antica resta uno dei luoghi più romantici e suggestivi di Roma; non solo è un corridoio verde che tra vestigia romane e scorci panoramici, partendo dalle Mura Aureliane, racchiude unl percorso archeologico straordinariamente ricco. L'itinerario comprende ancora zone poco conosciute appartenenti al circuito delle catacombe. Quando si nomina la via Appia, si pensa subito al circo di Massenzio, alla tomba di Cecilia Metella, alla chiesa del Quo Vadis.Ma a far parte della parte più significativa di tutta la via, scrigno di miti tra i più antichi e sacri della romanità, ci sono anche le aree catacombali solitamente non inserite nei percorsi turistici.

 

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