La Mélodie, il violinista che insegnava l'uguaglianza

La Mélodie, il violinista che insegnava l'uguaglianza
di Maurizio Cabona
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Sabato 5 Maggio 2018, 10:24 - Ultimo aggiornamento: 10:25
Monarchia repubblicana sotto i due Napoleoni e sotto la Quinta Repubblica, la Francia ha mantenuto un'eredità giacobina più di tutte le altre: la scuola. Il cinema continua a raccontarla lungo i decenni: una volta la criticava come strumento di classe (sociale), negli ultimi decenni ne difende la capacità d'integrazione. E' infatti la lingua il primo passo per rendere il non francese un citoyen. Ma, una volta imparati accenti vari - acuti, gravi, circonflessi , dieresi e cediglie, che cosa può rendere popolo tanti estranei, per giunta stranieri gli uni rispetto agli altri? Si insegna loro la musica. 

ESPLICITO
Ecco perché La Mélodie ha un titolo così esplicito, senza essere un musicarello. Ed ecco perché un divo francese d'origine cabila, cioè algerina, Kad Merad (protagonista comico di Giù al nord), accetta il ruolo di un violinista che, in un momento difficile, va a insegnare a ragazzini non meno difficili lo strumento della sua vita. Manca a La Mélodie l'originalità: è infatti il rifacimento parigino della Musica del cuore di Wes Craven (Mostra di Venezia, 1999), con Meryl Streep, ambientato in una scuola newyorkese. Meno brutto, certo, La Mélodie lascia trasparire però di essere anche questo un film a tesi alla maniera americana, secondo il principio che chiunque, se vuole, trova la via del riscatto sociale.

Più triste che malinconico, La Mélodie non cambierà le banlieue, ma si lascia vedere, soprattutto perché Kad Merad è più sobrio e meno fasulla di quando fosse Meryl Streep. Si spiega così perché anche La Mélodie abbia avuto l'anno scorso un posto alla Mostra di Venezia: potenza del violino.


La Mélodie
Commedia, 102'
Voto: 2,5/5
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