Concertone primo maggio, Gianna Nannini infiamma piazza San Giovanni

Concertone in piazza San Giovanni a Roma
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Martedì 1 Maggio 2018, 19:53 - Ultimo aggiornamento: 3 Maggio, 08:17

Concertone rock, ma anche concertone delle parolacce. Mai come in questa edizione sul palco di San Giovanni a Roma hanno avuto spazio le parolacce. Ad aprire le danze ci hanno pensato i ragazzi de Lo Stato Sociale che subito, in apertura alle 15, appena partita la diretta di Rai3, hanno agitato le acque con il brano, rivisto e aggiornato, «Mi sono rotto il c....», che nel 2015 non passò la censura della Rai.

 

 


Sono loro i cattivi ragazzi della manifestazione promossa dai sindacati. Tre anni fa scatenarono lo polemica per un bacio omosessuale in difesa dei diritti civili, l'anno scorso se la presero con Matteo Salvini e il ministro Poletti, quest'anno nel mirino della band bolognese sono finiti la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, Luca Cordero di Montezemolo, Giacinto della Cananea: «Mi sono rotto il c.... Prima dei vitalizi sarebbe giusto tagliare i vostri cognomi», grida alla piazza il frontman Lodo Guenzi, anche conduttore della lunga maratona con Ambra Angiolini, per poi dietro le quinte gettare acqua sul fuoco. «Non ci interessava la polemica, la nostra era
solo una battuta sui cognomi. Non l'ho trovata particolarmente fuori luogo. La volgarità è una cosa diversa dalla scurrilità. La prima non necessariamente coincide con le parolacce e la seconda può anche esprimere dei concetti. Sono stati gli stessi autori a chiederci di aggiornare la canzone: si aprono spazi di libertà, e credo che sia molto più utile forzare i limiti in maniera intelligente per arrivare ad un altro livello». E così arriva l'attacco alle spese militari, alla formazione del nuovo governo, al lavoro senza diritti, al razzismo.

Sono sempre loro dunque i ragazzi de Lo Stato Sociale, ad agitare le acque del Concertone. Tre anni fa scatenarono lo polemica per un bacio omosessuale in difesa dei diritti civili, l'anno scorso se la presero invece con Matteo Salvini e il ministro Poletti. 

 


Neanche a dirlo, c'è chi non ha gradito. «La presidente Casellati visita i lavoratori italiani in divisa all'estero, Rai e Cgil invece scelgono il turpiloquio #cercaladifferenza», scrive su Twitter il senatore forzista Maurizio Gasparri. Ma Lo Stato Sociale non è solo nello sdoganamento del «turpiloquio». I rap, presenti in gran numero, danno loro una mano, come Gazzelle o come Sfera Ebbasta, che non si limita al vaffa ma mostra anche il dito medio. Persino la candida Francesca Michielin (tra le poche donne presenti sul palco) si fa trascinare nel gorgo e nell'incipit di Vulcano cita il film La 25/a ora con «Affanculo io? Vacci tu!». 

 
 


Piazza gremita da migliaia di ragazzi (gli organizzatori hanno voluto evitare il balletto dei numeri sull'affluenza), che non si sono fatti scoraggiare dalle misure di sicurezza (solo quattro i varchi per accedere alla piazza, ma a metà pomeriggio la situazione non presentava grossi problemi) e dal tempo, tra nuvoloni neri e timidi raggi di sole. Premiata la scelta degli organizzatori di chiamare sul palco i giovani artisti della scena musicale italiana. Ma la vera star tra il pubblico è Giovanna, più volte citata dal palco: una arzilla signora che ha conquistato, senza mollarla, la prima fila insieme alla figlia. Non poteva mancare anche la canzone popolare «Bella Ciao» al Concertone. A suonarla, in un'inedita versione con l'arpa, la giovane musicista Micol. 

 



In serata i big a cominciare da Gianna Nannini, poi Sfera Ebbasta, Max Gazzè, Ermal Meta, Le Vibrazioni. Seduta sul trono come una «regina del rock» la cantante senese ha infiammato piazza San Giovanni. E' partita con Dio è morto per il suo lungo set. Poi è la volta di Fotoromanza, dell'ultima hit Fenomenale, di America. Quando è la volta di Sei nell'anima, Gianna ha un'incertezza ed è costretta a ricominciare. Lascia il palco con le stampelle (sono ancora i postumi della caduta durante il concerto di Genova di alcune settimane fa) tra l'ovazione del pubblico.

Cosmo invece alla fine della sua esibizione si getta tra il pubblico di piazza San Giovanni, tra l'incredulità e la preoccupazione della sicurezza e dei due conduttori Ambra e Lodo Guenzi. Il cantante, a cui nei giorni scorsi avevano rubato gli strumenti a Roma, si è fatto trasportare dall'onda delle mani del pubblico per un paio di minuti. 

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