Roma, deruba l'esorcista: perpetua nei guai

San Gabriele Arcangelo a roma (foto da Wikipedia)
di Marco Carta
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Domenica 29 Aprile 2018, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 30 Aprile, 14:40
Aveva rubato 150 euro nella parrocchia San Gabriele Arcangelo in via Cortina D'Ampezzo dove lavorava come addetta alle pulizie. Pochi minuti dopo si è ritrovata in stato d'arresto per furto. Credeva di non essere stata notata, invece S.S., una colf italiana di 57 anni, venerdì mattina è caduta con tutte le scarpe nella trappola tesa da uno dei religiosi, padre Giovanni Mammana, sacerdote della Congregazione dei Padri Vocazionisti ed esorcista della diocesi di Roma, che ha condotto da solo le indagini consegnando la perpetua direttamente nelle mani dei carabinieri.
A metà strada fra Don Matteo e Padre Merrin, il protagonista del celebre film degli anni 70 sulle possessioni demoniache, era da un pò che padre Giovanni, economo della parrocchia, aveva notato strane sparizioni all'interno dei locali che ospitano la congregazione. Furti frequenti che nel corso degli anni avevano prodotto un disavanzo di quasi 8 mila euro. Per questo, quando ha visto scomparire anche la chiave della sua stanza, da buon esorcista, ha voluto mettere alla prova il male con cui aveva a che fare. E, fedele al motto di San Tommaso «se non vedo, non credo», per tastarne la natura terrena, gli ha teso una trappola.

COME DON MATTEO
Così, svestiti gli abiti talari, ha indossato quelli da detective, forse ispirato dal suo «collega» televisivo Don Matteo, l'attore Terence Hill. Dapprima, infatti, Mammana ha installato una telecamera wifi all'interno della sua stanza, una spy cam dotata di rilevatore di movimento collegata al suo smartphone. Poi ha sistemato con cura tre banconote da 50 euro all'interno di una busta, dopo averle siglate e fotografate, così da essere sicuro che fossero uniche e riconoscibili. Quando la ladra, approfittando dell'assenza del sacerdote, si è introdotta nella camera, subito lo smartphone di Padre Giovanni ha iniziato a vibrare: a prendere le banconote era stata la perpetua che da tre anni prestava servizio all'interno della parrocchia. Alla vista della colf infedele, immortalata dalle immagini, il sacerdote esorcista, abituato a ben altre peripezie, ha avvisato i carabinieri di Monte Mario, che hanno fermato la donna, trovandola in possesso delle tre banconote incriminate e arrestandola per furto.

Secondo l'accusa la perpetua infedele, «approfittando del rapporto di prestazione d'opera», come si legge nel capo d'imputazione, ha preso «3 banconote da euro 50 sottraendole dalla camera del religioso». Uno stipendio mensile di mille euro. E la paura di non arrivare alla fine del mese. «Sono vedova, mio marito è morto e mi ha lasciato sommersa dai debiti». Quando ieri la perpetua si è ritrovata in aula per la convalida dell'arresto ha provato a giustificarsi: «Era la prima volta che lo facevo», ha detto rispondendo alle domande del vice procuratore Raimondo Orrù. La donna, incensurata, sperava di godere della clemenza del sacerdote: «I soldi li avrei rimessi al loro posto il giorno dopo». Ma padre Giovanni si era già costituito parte civile nel processo. Per il perdono, insomma, c'è tempo.

 
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