Da Nannini a Fatboy Slim, da Gazzè a Consoli e altri venti nomi del rock: guida al Concertone

Gianna Nannini
di Fabrizio Zampa
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Sabato 28 Aprile 2018, 14:26 - Ultimo aggiornamento: 1 Maggio, 03:22

Gianna Nannini, il dj inglese Fatboy Slim, Max Gazzè con l’Orchestra Filarmonica Marchigiana e la  pianista coreana Sun Hee You, Carmen Consoli, Ermal Meta, Sfera Ebbasta, Lo Stato Sociale, Cosmo, Le Vibrazioni, Calibro 35, i Ministri, Zen Circus, Canova, Willy Peyote, Ultimo, Nitro, Achille Lauro & Boss Doma, Gazzelle, Francesca Michielin, Frah Quintale, Gemitaiz, Maria Antonietta, Galeffi, Mirkoeilcane, John De Leo, Wrongonyou, Dardust & Joan Thiele: a contarli al volo sono 29 nomi, ma se ci mettete pure le band, i musicisti, i partner, i tecnici e tutti gli altri addetti ai lavori, beh, sul palco di San Giovanni (ma anche sotto, dai lati, sul retro e nel raggio di un centinaio di metri) il concertone del Primo Maggio coinvolgerà un migliaio di persone o giù di lì.
 

 


Certo non ci sono le grandi star internazionali che qualcuno si aspettava (ma comunque Nannini, Gazzè, Consoli, Meta, Michielin, Vibrazioni e compagni fanno già un bel cast) né altri personaggi che costerebbe caro avere sul palco, ma il rock che accompagnerà per ore e ore un pubblico di un milione di persone (la cifra ufficiale sarà come al solito dimezzata dalle stime delle forze dell’ordine) è roba buona o nel peggiore dei casi più che decente, e lo storico appuntamento romano è a dir poco dignitoso e in molti casi si potrebbe  dire di eccellente qualità. Insieme al caldo, all’affollamento, al sudore e agli altri inconvenienti che vi vengono in mente metteteci tanta musica, il fatto che perderete un chilo di peso,  la classica merenda a base di fave e pecorino (siamo a Roma, mica a Los Angeles) e il gioco è fatto.

Che dire di questa edizione 2018, condotta da Ambra Angiolini («Credo che mi abbiano chiamato per fare la vecchia che balla», ha detto sorridendo alla conferenza stampa di presentazione, riferendosi all’anziana signora che a Sanremo 2018 ballava sul palco con la band Lo Stato Sociale) e da Lodo Guenzi (vocalist e chitarrista, appunto, dello Stato Sociale) e tutta all’insegna del rock vero, il più popolare, come ha chiarito la Nannini, che sarà sul palco probabilmente con le stampelle per via dei guai al ginocchio avuti a inizio mese al suo concerto di Genova? Che è il concerto che ci si poteva aspettare in un momento in cui l’Italia e Roma non possono permettersi di esagerare, o meglio devono fare le cose per bene, senza sprechi né impossibili salti mortali. E basta dare un’occhiata un po’ più attenta al cast per rendersi conto che, in un paese che dopo due mesi non è neanche capace di mettere insieme un governo, è già un miracolo essere arrivati al traguardo: vi aspettano otto ore di musica di prim’ordine, e vi diamo una piccola guida per sapere chi sono i nomi meno popolari in cartellone.

Di Gianna Nannini, della cantantessa siciliana Carmen Consoli, del nostro Max Gazzè, del vincitore di Sanremo Ermal Meta, di Francesca Michelin e del britannico Fatboy Slim già saprete tutto, ma per chi pensa di andare al concertone per togliersi eventuali curiosità sul resto dei protagonisti (se poi non volete andare niente paura: dalle 15 è tutto in onda in diretta su Rai3 e dalle 16 su Radio2) vale la pena di dare qualche dettaglio sul resto della ciurma, per vostra comodità in ordine alfabetico: se già conoscete un nome potete subito passare al seguente.

Il romano Achille Lauro, in palcoscenico insieme al producer Boss Doms (all’anagrafe Edoardo Manozzi, era con lui in gara all’edizione 2017 di Pechino Express), viene dall’underground della capitale, si muove nell’hip hop e l’ultima creatura del duo si chiama samba trap, mix di samba, rap e ritmi latini.
I Calibro 35 sono un saporito quintetto milanese che rilegge in chiave rock, funk e jazz le colonne sonore dei cosiddetti poliziotteschi girati nell'Italia degli anni settanta: la band ha suonato spesso a Roma e il suo ultimo album, Decade, è uscito nel febbraio scorso. I Canova, anche loro da Milano, fanno pop e sono una giovane band che ha alle spalle un divertente album intitolato Avete ragione tutti e che con il loro recente tour hanno attraversato mezza Italia.

Cosmo, cioè Marco Jacopo Bianchi, 35 anni, ex professore di storia a Ivrea, è diventato famoso sul web. Il suo cd L’ultima Festa è stato scelto da Rolling Stone come miglior album italiano del 2016, e il nuovo doppio album Cosmotronic (uscito a gennaio e portato in tour) mescola con eleganza le sue due anime, fondendo la canzone d’autore e la dance da suonare nei club. Dardust è il progetto e il cd del pianista, compositore e produttore Dario Faini: con i suoi temi minimalisti, conditi da archi e da arrangiamenti elettronici, ha superato i 15 milioni di riproduzioni su Spotify e ha dato concerti in Italia, Usa, Olanda, Turchia, Islanda, Inghilterra. Frah Quintale, annata 1989, ha cominciato con la band dei Fratelli Quintale, gruppo hip hop, e il suo ultimo disco Regardez Moi parla dei treni, quelli persi e quelli presi in un anno vissuto tra Brescia e Milano.

Galeffi è un cantautore sulla scena musicale romana da meno di un anno, adora calcio, cinema e Beatles, i primi brani li ha scritti in inglese e poi è passato all’italiano, e il suo disco di debutto s’intitola Scudetto ed è uscito a novembre. Gazzelle è il progetto dell’esordiente Flavio Pardini, che con il suo Suberbattito ha fatto 20 milioni di ascolti in pochi mesi e il sold out per 90 live in un anno, anche a Roma e Milano. Gemitaiz, classe 1988, è uno dei rapper più seguiti della nostra scena hip hop: il suo cd Nonostante Tutto nel 2016 ha dominato le classifiche ed è appena uscito il nuovo album Davide, anticipato dai singoli Oro e Argento e Fuori.

Joan Thiele, 26 anni, cantautrice metà italiana e metà svizzero-colombiana, cresciuta tra Cartagena e l'Italia, ha girato mezzo mondo, ha una voce che definiscono ipnotica e offre dei live (venerdì era al Monk con Wrongonyou) molto piacevoli. John De Leo, ovvero Massimo De Leonardis, è un vocalist e compositore di Lugo di Romagna, annata 1970, ha collaborato con Rita Marcotulli, Ambrogio Sparagna, Paolo Damiani, Stefano Bollani, Paolo Fresu, Franco Battiato, Stewart Copeland, Enrico Rava e tanti altri, anche con Uri Caine («Ma non si ricorda perché è completamente pazzo», spiega Stefano Benni), fa jazz e il titolo del suo ultimo album, Sento Doppio - Musiche dell’Errore e altri Fonosimbolismi Antiregime, dice tutto sulla sua versatilità.

E ancora, Maria Antonietta, all’anagrafe Letizia Cesarini, 30 anni, viene da Pesaro, è appassionata del regno animale e vegetale e di studi di genere, di arte medievale, di poesia e teologia, e cerca di far quadrare tutte le sue passioni nelle sue canzoni. Il cantautore romano Mirko Mancini, in arte Mirkoeilcane, viene dalla Garbatella, è sopravvissuto all'ultimo Sanremo, la spiegazione di come sia nato il suo nome d’arte è un segreto («Lo vorrei tenere per me, perché anche se lo spiegassi la gente non capirebbe», dice) e il suo album Secondo me è delizioso, tutto da ascoltare. Nicola Albera, meglio conosciuto come Nitro, 25 anni, da Vicenza, fa il rapper da quand’era ragazzo, ha cominciato con il freestyle, si muove fra hip hop e hardcore e i suoi cd (Danger, Suicidol e No Comment) hanno avuto un notevole successo. I Ministri, cioè il vocalist e bassista Davide Autelitano, il chitarrista Federico Dragogna e il batterista Michele Esposito, con l'ultimo album Fidatevi (in copertina c'è la simbolica immagine di uno squalo armato di denti affilatissimi) hanno dimostrato di saperci fare.

Altro rapper amatissimo è Gionata Boschetti, in arte Sfera Ebbasta, da Cinisello Balsamo: annata 1992, ha venduto un mare di dischi e il suo ultimo cd RockStar viaggia col vento in poppa. «Ormai il rap è il nuovo rock. Il rock soprattutto in Italia è diventato musica leggera, e l’unica rockstar rimasta è Vasco Rossi», dice, aggiunge che «nelle canzoni dico solo la verità, come ho sempre fatto», e potete crederci. The Zen Circus, da Pisa, sono una band con vent’anni di carriera tra folk, punk e rock, fra i dischi vi ricordiamo Andate Tutti Affanculo del 2009, Nati Per Subire del 2011, La Terza Guerra Mondiale del 2016, fino al nuovo cd intitolato Il fuoco in una stanza: sono un’altra formazione che sul palco ci sa fare come nei dischi, e all’ultimo tour ha avuto ben 100 mila presenze.
 
Siamo quasi arrivati. Il terzultimo della lista è Ultimo, cioè il romano Niccolò Moriconi: 22 anni, diplomato al conservatorio in pianoforte, è in equilibrio fra canzone d’autore e hip hop. Poi tocca a Wrongonyou, cioè Marco Zitelli, annata 1990, romano di Grottaferrata: si è esibito in mezzo mondo, Usa compresi, ha frequentati tanti festival, ha inciso i suoi primi brani all’Università di Oxford, ama il folk, è reduce da una lunga gavetta e offre il suo album d’esordio Rebirth, cioè rinascita, il segno di una nuova vita dopo un periodo scuro. Last but not least, c’è il torinese Willie Peyote, al secolo Guglielmo Bruno, 33 anni, a metà strada tra il rap e il cantautorato (ma è più cantautore che rapper), dopo Manuale del giovane nichilista e Non è il mio genere, il genere umano, ha fatto due anni fa l’ottimo Educazione Sabauda, il suo miglior lavoro discografico: scrive bei testi, irriverenti e ironici.

Ecco, il menù è completo, e a questo punto sapete un po' meglio cosa vi aspetta. Tutto sommato diremmo che quello del Primo Maggio 2018 è un concertone quasi coi fiocchi, anche se molti avranno come sempre qualcosa da criticare. Pensate solo che poteva andare molto peggio: così andrete a piazza san Giovanni con lo spirito giusto. Buon rock a tutti, compreso chi si lamenterà.



 

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