Mettono video amica nuda in chat, 12 liceali sospesi. Il pm: «Il preside merita una medaglia»

Video studentessa nuda in chat, foto di repertorio
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Mercoledì 18 Aprile 2018, 19:50 - Ultimo aggiornamento: 21:13
Hanno messo in chat il video di una loro amica, all'epoca tredicenne e, per questo, dodici liceali che frequentano un Liceo scientifico a Milano sono stati sospesi per dieci giorni in cui svolgeranno lavori socialmente utili come ripulire cortili, aule e biblioteche.

Il video era stato mandato dalla ragazza a un suo ex fidanzato quando erano alle scuole medie. L'adolescente l'aveva fatto circolare tra i ragazzi con cui giocava a calcio e i genitori della giovane, cercando di proteggerla, non avevano denunciato l'episodio, parlandone solo con i genitori del'amico.

Il video, però, è rispuntato al liceo e il preside ha convinto i genitori della ragazza a denunciare la vicenda della quale si sta occupando ora anche la Procura dei minori mentre i dodici sono stati sospesi dal preside della scuola per dieci giorni. 

Sono molti i casi di 'sexting' o 'revenge porn' finiti al centro di indagini della magistratura minorile milanese e questo «è la dimostrazione che oggi manca, anche nei genitori, una educazione 'digitalè in grado di consentire un uso consapevole dei mezzi di comunicazione in accordo con una sana e corretta educazione sessuale».

È il parere del Procuratore della Repubblica dei Minori di Milano Ciro Cascone interpellato dall'Ansa sulla vicenda dei 12 liceali sospesi da scuola e 'condannatì dal preside a svolgere lavori socialmente utili per aver diffuso in chat un video girato l'anno scorso in cui compare una loro amica senza veli.

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Preside che per il Procuratore ha «ha ben fatto a intervenire e merita una medaglia. Finalmente c'è una scuola che ha preso una posizione chiara e ha assunto le proprie responsabilità in termini educativi dando così una risposta concreta senza lasciar cadere nel nulla fatti come questi». Fatti che per il coordinatore dei pm minorili da un lato non vanno «banalizzati ma invece presi sul serio in quanto gravi soprattutto per l'età delle vittime» e dall'altro non devono essere troppo pubblicizzati.

«Il clamore attorno a casi del genere - ha proseguito - quando rende individuabili le vittime non fa che aumentare il loro stato di sofferenza».
Che il fenomeno esista è un dato certo e lo testimonia le molte inchieste aperte dalla Procura dei Minori che riguardano vicende quasi "fotocopia" con ragazzini che, come per gioco e per noia, diffondono in chat o sui social le immagini di amiche nude o semi nude. E ben venga, ha ribadito Cascone, «l'iniziativa del preside del liceo scientifico. Ogni scuola dovrebbe fare così. Valutare questi casi in termini disciplinari dando così un indirizzo educativo».



 
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