Ordine d'arresto per Dell'Utri. Ma è latitante all'estero

Marcello dell'Utri
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Venerdì 11 Aprile 2014, 08:28 - Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 09:28

Marcello dell'Utri latitante all'estero quando mancano soli quattro giorni alla sentenza definitiva in Cassazione nel processo in cui è stato condannato a 7 anni in secondo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. Inzialmente sembrava che Dell'Utri fosse in Libano per raggiungere, da lì, o la Guinea Bissau o la Repubblica Domenicana. Ma l'Ansa ha smentito la notizia citando fonti ben informate a Beirut e altre collegate alle autorità che controllano il traffico in entrata e in uscita dell'aeroporto internazionale della capitale libanese.

Lui spiega: «Tengo a precisare che non intendo sottrarmi al risultato processuale della prossima sentenza della Corte di Cassazione; e che trovandomi in condizioni di salute precaria - per cui tra l'altro ho subito qualche settimana fa un intervento di angioplastica - sto effettuando ulteriori esami e controlli».

Mandato d'arresto. Contro Dell'Utri è stato emesso un ordine di custodia cautelare della terza sezione della Corte d’appello di Palermo. L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa martedì dai giudici della terza sezione della corte d'appello di Palermo, presieduta da Raimondo Lo Forti, che a marzo dell'anno scorso confermarono la condanna del politico a 7 anni. La corte ha motivato l'ordine di arresto con il pericolo di fuga. La corte d'appello ha emesso oggi pomeriggio anche un mandato di arresto europeo a carico dell'ex politico. Il provvedimento vale per i Paesi europei e per gli altri paesi con cui l'Italia ha stretto trattati di estradizione. Per le ricerche negli altri Stati dell'ex manager di Publitalia, latitante da ieri, è stato attivato l'Interpol attraverso i canali previsti.

L'interpol Verranno attivati nelle prossime ore tutti i canali di ricerca, sia in area Schengen, che in altre aree sensibili per riuscire a individuare la posizione dell'ex senatore Marcello Dell'Utri. La procura generale farà una richiesta di cattura internazionale attivando anche l'Interpol per riuscire a trovare l'ex politico, in attesa della sentenza definitiva della Cassazione prevista per martedì 15 aprile. I giudici dovranno decidere se confermare la condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

L'intercettazione. Tre settimane fa la procura generale, sulla base di un'intercettazione di una conversazione del fratello di Dell'Utri, da cui si potevano dedurre le intenzioni dell'ex manager di Publitalia di lasciare il Paese, e degli accertamenti della Dia che da tempo tenevano sotto controllo l'imputato, aveva chiesto il divieto di espatrio con sequestro del passaporto. Ma l'istanza venne rigettata dalla corte in quanto per i reati di criminalità organizzata l'unica misura cautelare ipotizzabile è la custodia in carcere. La Procura generale ha fatto ricorso contro il rigetto al tribunale del riesame che ha confermato l'orientamento dei giudici di appello. Da qui la nuova richiesta, questa volta di arresto, che risale a lunedì sera scorso. I giudici l'hanno accolta e depositato il provvedimento martedì.

«Irreperibile da metà marzo». Da una nota della Dia di Palermo si evince che Dell'Utri sarebbe irreperibile «sin dalla seconda metà dello scorso mese di marzo». E' stato attivato il personale dei Centri operativi della Dia sul territorio nazionale, che ha controllato tutti i recapiti conosciuti di Dell'Utri e dei suoi familiari ma senza alcun esito. La Corte d'Appello ne ha dichiarato lo stato di latitanza. «La Direzione Investigativa Antimafia - si legge in una nota - sta svolgendo tutti gli approfondimenti investigativi necessari alla localizzazione del Dell'Utri, in ambito nazionale ed internazionale, in considerazione, altresì, del fatto che la già avviata attività di indagine poteva far ritenere l'irreperibilità dell'ex senatore, in Italia, sin dalla seconda metà dello scorso mese di marzo».

In Libano il 3 aprile scorso. Per la Procura generale di Palermo Dell'Utri era in Libano il 3 aprile scorso. «La Dia - si legge nella richiesta - grazie a particoli indagini tecniche effettuate, ha localizzato in data 3 aprile un'utenza mobile sicuramente riferibile a Dell'Utri proprio nei dintorni della città libanese di Beirut».

Sul volo Parigi-Beirut. Nel giallo spunta la testimonianza di un passeggero che avrebbe viaggiato accanto all'ex senatore di Fi su un volo Parigi-Beirut il 24 marzo scorso. L'uomo - che ha chiesto di restare anonimo - ha riferito all'Ansa che Dell'Utri ha viaggiato «in business» ed ha assicurato di averlo visto ritirare il bagaglio una volta atterrato e uscire dall'aeroporto.

Due passaporti diplomatici. Secondo gli investigatori l'ex senatore di Forza Italia avrebbe due passaporti diplomatici e dal Libano, dove potrebbe trovarsi, sarebbe pronto a spostarsi. Due anni fa Dell'Utri volò a Santo Domingo e tornò solo quando la Cassazione annullò la condanna con rinvio. Alla Farnesina, tuttavia, «non risulta che sia in possesso di un passaporto diplomatico italiano» né di un «passaporto di servizio valido». A Dell'Utri, si legge in una nota della Farnesina, è stato concesso un passaporto di servizio - previa acquisizione del necessario nulla osta della Questura competente - prima in qualità di deputato dal 24.1.1997 al 9.5.2001 e in seguito di senatore della Repubblica dal 24.1.2002 al 29.5.2006, poi rinnovato il 21.12.2006 e valido fino al 28.4.2011. Da ultimo ha ottenuto un passaporto di servizio in data 14.6.2012 con scadenza 28.4.2013, in quanto nuovamente eletto senatore nella XVI legislatura. Quest'ultimo documento è scaduto e non è rinnovabile, puntualizza il ministero degli Esteri.

Canali diplomatici. Già lo scorso sette aprile, quando mancavano ancora otto giorno alla pronuncia della Corte di Cassazione prevista per martedì prossimo, 15 aprile, la «situazione» che si prospettava alla Corte d'Apppello di Palermo era «particolarmente allarmante». È quanto si legge, come apprende l'Adnkronos, nella richiesta di arresto, firmata dalla procura generale del capoluogo siciliano. Nel documento si parla della possibile «fuga all'estero di Marcello Dell'Utri» grazie «alle buone conoscenze dello stesso in ambienti governativi di alcuni paesi africani e medio orientali». «Dal tenore delle intercettazioni ambienatli era emersa la circostanza che Marcello Dell'Utri era già in possesso di un passaporto diplomatico rilasciato dal governo della Guinea Bissau e che era in fase di realizzazione il suo trasferimento a Beirut da dove lo stesso avrebbe potuto liberamente muoversi fra il Libano e la Guinea Bissau anche al fine di coltivare non meglio precisati interessi e affari», scrive ancora il Procuratore generale nella richiesta di arresto.

«Se sono pronto al carcere? Col cavolo, spero di non andarci. Però psicologicamente sono pronto da una vita. Bisogna fare una borsa, metterci due libri, e te ne vai». Così l'ex senatore del Pdl Marcello dell'Utri parlava alla Zanzara su Radio 24 il 6 settembre scorso, subito dopo le motivazioni della sentenza d'appello che lo ha condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.

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