Pompei, spunta “l'amorino” segreto: dagli strati vulcanici riaffiorano nuove domus

Pompei, spunta “l'amorino” segreto: dagli strati vulcanici riaffiorano nuove domus
di Laura Larcan
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Lunedì 16 Aprile 2018, 21:40 - Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 10:37

L’ultimo “amorino” di Pompei è riaffiorato l'altra mattina dagli strati di depositi piroclastici lasciati dalla furia del Vesuvio nel 79 d.C. Gli archeologi lo chiamano già “il piccolo Eros impressionista”, per via di quella sua silhouette agile e scattante. Il rosso mischiato al marrone, e l’ocra col giallo ne fanno vibrare il corpo come se fosse in movimento. In testa ha uno strano copricapo, le ali sono aperte, in mano stringe un lungo bastone curvo che regge un secchio pieno d’acqua. «Appare intento in attività quotidiane, in chiave quasi umoristica: un genere iconografico che si usava nelle pitture di quarto stile», racconta il direttore del parco di Pompei Massimo Osanna.
 

 


È comparso sulla parete del cubicolo (cameretta) di una grande domus riccamente affrescata che si affacciava sul vicolo delle Casa delle Nozze d’argento. «È appena riemerso, siamo ancora tutti emozionati», commenta a caldo Massimo Osanna. Una scoperta che fa brillare gli occhi agli archeologi perché riaffiora da una zona mai indagata della città vesuviana. «Stiamo lavorando sui cosiddetti fronti di scavo, nell’ambito del Grande progetto Pompei, per la messa in sicurezza di tutta la zona di confine tra la parte storicamente scavata e musealizzata e quella mai indagata - spiega Osanna - Per fare questo stiamo scavando in porzioni di grandi accumuli di materiale vulcanico». Uno scavo generoso in queste ore, dove stanno riaffiorando vaste porzioni di domus sconosciute.

Cosa significa? Si sta riportando alla luce un nuovo quartiere di Pompei che verrà in futuro aperto al pubblico. Dobbiamo immaginarcelo con la sua strada, su cui si affacciano filari di domus. «Abbiamo rimosso prima tutti gli strati ottocenteschi di cumuli di riporto, ora abbiamo raggiunto i livelli piroclastici originali», avverte Osanna. Ed è solo la parte superiore della domus, perché l’amorino spicca ancora a due metri e mezzo di altezza dall’originario piano di calpestio di Pompei: «Quindi ci dovrebbe essere ancora tutto l’affresco per intero». E di testimonianze importanti ce ne sono, come una finestra intercettata con l’originaria grata in ferro. C’è anche questo capitolo inedito nella grandiosa e tragica storia della città vesuviana.

«Finalmente dopo la fase di emergenza si torna a scavare nelle parti mai indagate del sito. E sarà un continuo ritrovamento nei prossimi mesi», precisa Osanna con l’emozione nella voce. E le sorprese potrebbero andare anche oltre la soddisfazione di strutture murarie e decorazioni pittoriche.
Uno scavo stratigrafico in una zona mai indagata potrebbe significare anche il ritrovamento di nuovi indizi dei corpi degli abitanti della città. «Si stanno facendo ricerche per verificare se ci sono vuoti e nel caso prevedere l’inserimento di gesso come fu fatto nell’Ottocento», spiega il direttore.

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