Militante della Meloni denuncia: «Pestato fuori scuola da gruppo di estrema destra per un post su Facebook»

Militante della Meloni denuncia: «Pestato fuori scuola da gruppo di estrema destra per un post su Facebook»
di Alessandro Di Liegro
2 Minuti di Lettura
Domenica 15 Aprile 2018, 16:28 - Ultimo aggiornamento: 16:31
Lo hanno seguito all'uscita di scuola, attendendo che fosse isolato rispetto al gruppo dei suoi compagni. All'improvviso lo hanno attaccato e atterrato a pugni: solo l'intervento fortuito di un docente di passaggio ha impedito che il pestaggio potesse avere conseguenze peggiori. «La prossima volta ti mandiamo sulla sedia a rotelle», gli hanno urlato.

Vittima del pestaggio è un militante di una formazione giovanile legata al partito di Giorgia Meloni, che nei giorni precedenti ha avuto qualche "attrito" con esponenti di un movimento di estrema destra. Galeotto un post su Facebook, con il quale il giovane – che chiameremo Arturo, nome di fantasia – ha aspramente criticato la ricerca di visibilità di alcuni membri di quel movimento, a discapito dell'attività politica realmente praticata da Arturo all'interno del proprio istituto di via Cesare Lombroso, il Domizia Lucilla: «Abbiamo ottenuto ottimi risultati riguardo la manutenzione e i lavori edili al nostro istituto – racconta Arturo – Poi un giorno sono arrivati un gruppo di componenti di questo movimento di estrema destra, millantando di poter risolvere problemi che avevamo già risolto. Quindi hanno postato sui social come se fosse merito loro. Questo mi ha portato a discutere con i vertici sia romano che nazionale di quel gruppo».

Questo è successo il 9 marzo scorso: «Mi aspettavo che potesse accadere qualcosa, ma non sapevo quando». Una settimana dopo l'aggressione: «Sono uscito dieci minuti dopo da scuola, perché mi ero fermato a parlare con un professore – ricorda il giovane - Mentre percorrevo via Lombroso insieme a un amico, da destra sono arrivati in due. Senza dire nulla uno ha cominciato a prendermi a pugni facendomi cadere a terra. Poi ha proseguito, mentre il mio amico era minacciato dall'altro ragazzo. È intervenuto un professore di passaggio a dividerci, che aveva sentito la confusione». Di lì, poi, la minaccia “La prossima volta ti mettiamo sulla sedia a rotelle”: «Mi hanno detto che pochi metri più avanti c'era un gruppo più nutrito di ragazzi, con i quali il mio aggressore si è fermato a parlare dopo essere scappato».

Se lo aspettava, Arturo, dopo quel post incriminato che, ad ogni modo: «Non mi sento di dire che l'aggressione è riconducibile a quel post. Non ho prove in merito, anche se ho avuto diverse discussioni con alcuni esponenti di quel gruppo. Certo, diciamo che me lo aspettavo». Nessuna denuncia, per ora, anche se ha tre mesi di tempo per presentarla. Nessuna rivendicazione, né, per fortuna, nessuna conseguenza seria per Arturo che, ha promesso, continuerà il suo impegno politico, specie nella scuola.
© RIPRODUZIONE RISERVATA