Capodanno senza vigili a Roma, ultima beffa: altri 3 assolti

Capodanno senza vigili a Roma, ultima beffa: altri 3 assolti
di Michela Allegri
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Sabato 14 Aprile 2018, 08:37 - Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 08:39

Una diserzione di massa che era finita in prima pagina sui giornali di tutto il mondo. Una maxi inchiesta in Procura, una raffica di sanzioni disciplinari. Il risultato? Per il caso dei vigili che si erano assentati nella notte di San Silvestro del 2014, nessuno pagherà. Anzi, il rischio è che a pagare sia addirittura il Campidoglio. Dopo le prime assoluzioni disposte lo scorso anno, il Tribunale ha prosciolto altri tre agenti della polizia locale che, a Capodanno, non si erano presentati al lavoro. E ora i caschi bianchi hanno intenzione di fare causa al Comune, per ottenere un risarcimento danni.

IL CASO
Quella notte, solo 100 agenti entrarono in servizio, mentre 767 rimasero a casa e, di questi, 628 sommersero il Comando di certificati medici, molti dei quali risultarono taroccati. La maxi inchiesta della Procura, tra dottori accusati di falso e vigili finiti sotto indagine, si sgretola udienza dopo udienza. A un gruppetto di pizzardoni era stata contestata l'istigazione all'interruzione di pubblico servizio, per aver incitato i colleghi a disertare il turno con un passaparola sul web. La prova della loro colpevolezza non verrà mai raggiunta, complice il silenzio alle rogatorie da parte dei social. La conseguenza era stata un'archiviazione. I primi a finire sotto processo erano stati 22 medici, accusati di avere redatto certificati falsi. Due di loro sono già stati assolti per «tenuità del fatto». Dei 767 vigili assenti, solo 7 sono accusati di truffa. A carico di altri 17 agenti, i pm avevano emesso un decreto penale di condanna: «Rendendosi irraggiungibili, si rifiutavano di assumere servizio».

I 17, però, avevano impugnato il decreto e avevano scelto il processo. Ora, sono stati quasi tutti assolti. Ne restano a processo solo due. La sentenza pilota è del febbraio 2017. A salvare i rinviati a giudizio, un cavillo del regolamento comunale. La vigilessa imputata era stata «chiamata» prima che scattasse la «reperibilità». Dal Comando l'avevano contattata in anticipo e con numero sconosciuto. Il giudice ha bacchettato l'amministrazione, che non aveva dato nessun preavviso, lanciando l'allarme in modo disorganizzato. Pochi mesi dopo, un altro pizzardone era stato assolto. Ora, è il turno dei colleghi. A darne notizia, è il sindacato di polizia locale Ospol: «L'assoluzione indica come il Campidoglio e il Comando abbiano trattato la questione con superficialità e mancanza di certezze, mandando sotto processo uomini innocenti». I caschi bianchi, inoltre, sono pronti ad agire legalmente contro l'amministrazione comunale «per ogni danno alla persone e all'immagine del Corpo». La prima vigilessa prosciolta si è già mossa: «Abbiamo fatto causa al Comune chiedendo un risarcimento da 20mila euro - ha dichiarato il suo legale, l'avvocato Giuseppe Pio Torcicollo - il Tribunale civile ha anche condannato il Campidoglio a restituire i soldi detratti dalla retribuzione e ha annullato la sanzione disciplinare relativamente a un altro vigile assolto».

 
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