I più antichi abitanti di Roma: i pidocchi
E oggi sono più resistenti di prima

I più antichi abitanti di Roma: i pidocchi E oggi sono più resistenti di prima
di Pietro Piovani
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Giovedì 5 Aprile 2018, 00:24 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 04:24
"Tuo figlio ha i #pidocchi ? Spalmagli
la margarina sui capelli. Ho letto che funziona".
Meraviglie della #chat di classe su #WhatsApp
@francescofabbri


Noi che abitiamo in una metropoli occidentale siamo convinti di avere il dominio totale sulla natura, ma a ricordarci che le cose non stanno così ci pensano le minuscole creature note come pidocchi. Si calcola che a Roma ogni anno circa 150 mila bambini vengano colpiti dagli odiosi parassiti, attraverso quel canale di contagio ideale per qualunque malattia infantile che è la scuola.

Al contrario di ciò che a volte si sente dire il pediculus humanus capitis (questo il nome scientifico dell'insetto) non è stato certo portato in città dagli immigrati, è romano più di noi, abita nella Capitale da millenni e prospera nelle teste dei nostri figli come un tempo su quelle dei nostri nonni. Anzi di più perché pare che con gli anni i pidocchi siano diventati resistenti a sciampi e insetticidi, un po' come i batteri sono ormai più forti degli antibiotici.

Si diffondono i centri specializzati, catene in franchising che si chiamano “Pid Killer” e “Head Cleaners”. Nella Capitale ce ne sono già un paio, ma se ne trovano anche in Piemonte, Lombardia, Veneto, insomma le regioni più avanzate del Paese, a riprova di quanto sia sbagliato associare la pediculosi a miseria e sporcizia: sulla superficie del cuoio capelluto non esistono classi sociali.

“Finalmente se ne comincia a parlare senza tabù, le famiglie non sono più sole, ora hanno qualcuno a cui rivolgersi” dice Alessandra Gaeta, una romana che sta aprendo un centro di “Head Cleaners” a Monza. Avere un figlio pidocchioso non deve essere più una vergogna, ma solo un incidente sanitario da curare con rimedi seri.

pietro.piovani@ilmessaggero.it

(Nella foto: una madre spidocchia la figlia in un quadro del 1660 di Pieter de Hooch)
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