Milan, Gattuso: «Non c'è storia, ma giocheremo con il coltello tra i denti»

Milan, Gattuso: «Non c'è storia, ma giocheremo con il coltello tra i denti»
di Salvatore Riggio
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Venerdì 30 Marzo 2018, 15:25 - Ultimo aggiornamento: 16:18

Il Milan in campionato non perde dal 23 dicembre, ma in casa della Juventus non sarà per niente facile. È la partita più difficile di tutte: «Giochiamo da squadra, altrimenti usciamo con le ossa rotte», la riflessione di Rino Gattuso.
 
Juventus. «Sappiamo di affrontare una grandissima squadra che è imbattibile da sei anni, sarà una partita difficile. Dovremo fare una grandissima gara, pensare ai 95’ di domani e mettere in difficoltà la Juventus. La loro qualità è indiscutibile».
 
Milan. «Chi è andato in Nazionale è arrivato con una mente più fresca. Ho visto i giocatori con una buona gamba, con la voglia di giocare questa partita. La sosta ci voleva, ci volevano queste due settimane. Speriamo di fare questo rush finale come gli ultimi due mesi».
 
Gara. «Se giochiamo in difesa, ne usciremo con le ossa rotte. Loro giocano da provinciale, quando ripartono fanno paura. Non prendono gol da dieci partite. Il collettivo mi fa paura, danno la sensazione che non sudano nemmeno».
 
Interviste dei giocatori. «I titoli delle interviste li fanno i giocatori. Le frasi che ho letto non mi sono piaciute, sono strane. Perché se uno legge solo il titolo, pensa che il Milan sia diventato una squadra presuntuosa».
 
Derby. «Prima la Juventus, poi l’Inter. Nessuno tra noi e i bianconeri può sbagliare. Noi ci stiamo giocando qualcosa di importante, impensabile fino a due mesi fa. Loro si giocano il settimo scudetto di fila, dovremo quindi essere lucidi».
 
Allegri. «Massimiliano Allegri è stato un mio ex compagno, mi ha sempre rispettato e trattato come un giocatore vero. Non l’ho mai dimenticato. Lo ringrazio anche come allenatore. Venivo da un infortunio, per un anno e mezzo non ero me stesso. Non ero il giocatore di prima, arrancavo. Max aveva ragione, ci siamo chiariti, gli ho chiesto scusa. Da due o tre anni c’è grande rispetto, un rapporto di amicizia. Ho lasciato il Milan perché era finita un’epoca. A lui invidio la bravura perché quando vai a studiare la Juve, non ci capisci nulla».
 
Kalinic. «Il problema è risolto. È tornato dalla Nazionale e si è allenato da solo».
 
Bonucci. «Torna a Torino per la prima volta, normale essere emozionati, ma l’ho visto concentrato».
 
Rinnovo. «Ve lo dirà la società quando firmerò questo contratto. Non se ne può più, la priorità è la squadra. Se ne parla troppo, si deve invece parlare dei giocatori che stanno facendo bene. Sul rinnovo, in generale, non ci saranno problemi».

Conti. «Ha una voglia incredibile, ma deve stare tranquillo. Siamo stati bravi a gestirlo, ma non a farlo andare tranquillo e forse è un po’ colpa mia. Non sappiamo se dovrà fare un altro intervento, questo significa che dovremo stargli vicino».

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