Sono le 22.37. Sono trascorsi circa 75 minuti da quando i titoli di coda hanno sugellato la puntata di «FuoriRoma» dedicata a Salerno. Da quando De Gregorio ha posto fine al suo reportage prevedendo «il momento, che non sembra lontano, di congedare i principi». E i principi, nel racconto della città, sono De Luca e i suoi figli. È trascorsa poco più di un’ora e, sulla pagina Facebook del presidente, parte l’offensiva: «Dopo anni e anni di aggressioni, sempre dalla stessa rete pubblica, abbiamo assistito stasera all’ennesimo atto di squadrismo mediatico, l’ennesimo stravolgimento della realtà». E l’annuncio: «Interverremo in tutte le sedi».
Eppure, la puntata era cominciata con una frase che lasciava presagire altro: «Non si capisce bene l’Italia se non si è mai stati a Salerno». Ma è bastato ben poco perché il racconto della città si sovrapponesse a quello di De Luca, fin quasi a creare un’equazione. «De Luca – narra la voce della giornalista - è diventato signore e padrone di un feudo che oggi governa dalla poltrona di presidente della Regione». Lo dice Isaia Sales. E ognuno, da Diego De Silva a Paolo Apolito, da Teresa De Sio a Lucia Tronchetti, da Lorenzo Forte ad Aurelio Tommasetti, raccontando un pezzo di città traccia il volto di una Salerno «malinconica come le poesie di Alfonso Gatto» e «spaventata dalle ombre, reticente». Una Salerno, però, che De Luca «gestisce, attraverso i figli e gli uomini di sua fiducia». Tra questi, il sindaco Vincenzo Napoli. Che della città, tuttavia, fa il suo racconto alla giornalista.
Ma a De Luca il risultato non piace. E tuona: «La trasmissione di stasera (ieri, nda) è non solo un’offesa alla verità e alla storia di una città libera che è rinata, ma anche un’offesa al 75% dei cittadini che democraticamente, al di là di ogni orientamento politico, hanno espresso il proprio consenso e rispetto per l’azione amministrativa». Il governatore, che si sarebbe negato alla De Gregorio, rilancia: «Siamo espressione di una esperienza amministrativa che è un modello nazionale di concretezza, di rigore, di trasparenza». E annuncia: «Anticipo quella che sarà la mia richiesta ufficiale alla Rai: un dibattito pubblico su Salerno e sulla Campania, rigorosamente in diretta, dove e quando vogliono. Non un programma registrato, quindi senza possibilità di tagli e montaggi».
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