Roma, i 34 anni del Big Mama ricordando gli show di Elvis Costello, Giorgia, Alex Britti, Pino Daniele e James Taylor

Dan Aykroyd e Paolo Belli
di Fabrizio Zampa
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Sabato 24 Marzo 2018, 21:48 - Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 21:30

Il 30 marzo del 1984, cioè trentaquattro anni fa, apriva timidamente le porte in un vicolo di Trastevere il Big Mama, dando il via a un’avventura che negli anni avrebbe portato un mare di musica e avrebbe fatto diventare il locale, o se preferite lo scantinato, la tana romana del blues. Ci sono passati tanti artisti italiani e stranieri, sia di fama internazionale che giovani talenti da valorizzare, come alcuni dei più bei nomi della musica mondiale che negli anni si son o esibili di fronte a migliaia di appassionati. L’avventura del Big Mama è piena di aneddoti e ricordi, una piccola enciclopedia.
 

 


Il club al numero 18 di vicolo San Francesco a Ripa è un pezzo di storia del rock e del blues, alcuni dei solisti che si sono esibiti sul suo palco sono purtroppo scomparsi (da Roberto Ciotti, scomparso nel 2013, che viene spesso ricordato dai suoi fedelissimi appassionati, al sassofonista Massimo Urbani, morto nel 1993, dal sassofonista  Bob Berg, andato via nel 2002, a quello straordinario Louisiana Red, il vecchio bluesman dell'Alabama che suonava ogni Capodanno e se n'è andato nel 2012) e lì sono cresciuti artisti come Alex Britti (che per anni ha suonato lì il suo blues prima di avere il meritato successo), Giorgia (cantava rhythm & blues),  Federico Zampaglione & Tiromancino, Niccolò Fabi, Riccardo Sinigallia, Max Gazzè, Stefano Di Battista, Lillo & Greg e così via. Sul palco del Big Mama sono salite centinaia di star, da Elvis Costello a Dee Dee Bridgewater, Tory Amos, James Taylor, Peter Frampton, Jeff Healey, Joe Zawinul, Chet Baker, Brian May, Robben Ford, Archie Shepp, Pino Daniele,  Edoardo Bennato, Peter Erskine, Richard Galliano e tanti altri musicisti di mezzo mondo.

E a questo punto permetteteci un piccolo ricordo del lontano 1998, quello di una serata che vivemmo con gioia e gran divertimento, e che raccontammo nelle seguenti righe, scritte vent’anni fa. Eccolo.

«La Bluesmobile, una Oldsmobile nera scrostata, targata Illinois BDR 589, con la regolamentare vernice opaca di vecchiaia e i regolamentari sportelli bianchi con la stella nera e la scritta Chicago, Illinois, è sbarcata davanti al Big Mama alle 17.49, lui è sceso di volata seguito da Paolo Brosio e dalla tifosa laziale suor Paola, è entrato nel club dove la band già aveva attaccato a suonare Everybody Needs Somebody To Love, ha afferrato il microfono, si è messo a cantare in duetto con Paolo Belli ed è andato avanti alla grande per una decina di minuti, con Orietta Berti che gli faceva da corista e Stefano Disegni che suonava l’armonica, davanti alle telecamere di Quelli che il calcio che stavano riprendendo in diretta per Raitre il piccolo evento.

«Swing, grinta, allegria, il vecchio spirito blues sempre intatto e ruspante, occhiali neri e cappelli neri calati sui suoi occhi e su quelli di tutti i musicisti, e soprattutto una gran voglia di divertirsi e di prendere l’incursione come un gioco: ecco gli ingredienti del blitz che Dan Aykroyd, mitico Blues Brother  insieme allo scomparso John Belushi, ha fatto nel più blues dei locali romani. Niente male come tuffo nel passato e anche nel presente, visto che Blues Brothers 2000, la seconda puntata del mitico film di John Landis, il leggendario Blues Brothers, che diciott’anni fa ci raccontò le avventure di Jake & Elwood facendoci letteralmente saltare sulle sedie,  arriva fra pochissimi giorni sugli schermi italiani.

«Chi ha visto la sua apparizione in televisione si è perso per pochi minuti il meglio della performance di un Dan scatenato, simpatico e musicalmente con tutte le carte in regola. Bisognava essere lì per toccare con mano la bravura e la disinvoltura con cui l’attore americano affronta il ruolo di vocalist, il suo entusiasmo di fronte a Paolo Belli e ai suoi musicisti («Ehi, è una band fantastica: mi sto proprio divertendo e forse dovrei scritturarvi», ha detto), la cordialità con cui si è intrattenuto col pubblico che gremiva il Big Mama e che ha ballato e cantato in coro per tutto il tempo prima di passare alla raccolta degli autografi.

Peccato che i brani in programma siano stati solo due, quell’Everybody Needs Somebody To Love che è diventato l’inno dei fan del film e il classico e sanguigno Sweet Home Chicago, ma sono durati un bel po' e dalla vita non si può avere tutto. E poi chissà che Aykroyd, a Roma per il lancio del nuovo film, non si ripresenti nel club, magari da semplice visitatore,  per continuare il suo gioco a base di ottima e trascinante musica.

«Io ho vinto un Festivalbar, ho cantato con Sam Moore, con Jon Hendricks, con Billy Preston, con Vasco Rossi, ho giocato a pallone con il principe Alberto di Monaco, ma se un giorno mi avessero detto Paolo, tu farai le veci di John Belushi e canterai in coppia con Dan Aykroyd, non ci avrei mai creduto. Sì, sono talmente felice di averlo fatto che se fra mezz’ora morissi non me ne importerebbe niente, e mi dispiace solo che oggi non sia qui anche mia moglie», dice Belli, circondato dalla sua band alla quale Dan Aykroyd non ha lesinato complimenti né pacche sulle spalle. «Con il blues e con Blues Brothers ci sono cresciuto, e questa occasione non potevo perdermela», dice  Stefano Disegni, che oltre a disegnare e scrivere libri ha  una rockband, ha suonato la sua armonica in un album di Belli e ha fatto cantare Belli in un cd che ha inciso con la sua band. «Io sono una cantante melodica e ho fatto quello che ho potuto - sorride  Orietta Berti. - Ma per non rischiare errori mi sono rivista il film proprio ieri, e tra l’altro mi sono divertita moltissimo anche se lo rivedevo per l’ennesima volta».
 
Ecco, queste sono le cose che succedono, sono successe e succederanno al Big Mama. E' probabile che molti dei giovani musicisti in cartellone di questi tempi diventino le star del futuro, e comunque lo auguriamo a tutti. Sta di fatto che il club è un locale che porta bene, dove farsi le ossa può offrire risultati imprevedibili, al di là del fatto che quella che una volta veniva derinita "la gavetta" è un periodo che qualsiasi musicista deve vovere e superare.  Se anche voi volete festeggiare il compleanno sarete i benvenuti, con tanto di torta e candeline. Il  Big Mama, in vicolo San Francesco a Ripa 18, vi aspetta dalle ore 21
 

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