L'Istituto evidenzia come vi sia stata, nell'anno precedente, una forte carenza dell'acqua pluviale dovuta alle scarse precipitazioni ed alle alte temperature registrate. Prendendo in considerazione il periodo trentennale 1981-2010, vi è stata una complessiva riduzione di portata media dei quattro principali fiumi (Po, Adige, Arno e Tevere) del 39,6%.
Ben il 10,1% delle famiglie italiane lamenta disagi nel servizio di erogazione dell'acqua, concentrandosi la gran parte di queste nelle regioni del Meridione. In Calabria e Sicilia più di un terzo degli abitanti (36%) denuncia una complessiva inefficienza nel servizio. Ben il 29,1% della popolazione totale afferma di non fidarsi a bere acqua di rubinetto, con prevalenza al sud e nelle isole (percentuale più elevata in Sardegna al 54,8%).
Il 95,7% dei comuni si avvale del servizio di depurazione delle acque reflue. Non si servono di impianti di depurazione 342 comuni italiani dove risiedono 1,4 milioni di abitanti, pari al 2,4% della popolazione totale. Leader di questa classifica è ancora la Sicilia, dove in 75 comuni (pari al 12,9% della popolazione regionale) non è presente questo servizio.
In ultimo, la situazione delle acque marino-costiere italiane: il 67,9% è balneabile con il restante 32,1% soggetto a divieto permanente. Definita "eccellente" la qualità del 94% delle acque di balneazione, con in pole Veneto e Puglia (99,6%).
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