Il calvario di Sophie, partita per il Regno Unito in cerca di opportunità, è iniziato quando ha accettato il lavoro in casa della coppia francese: per un salario minimo doveva occuparsi dei bambini oltre alle pulizie, la spesa e la cucina. Si è ritrovata intrappolata in un «incubo familiare», ha spiegato l'accusa: all'inizio la padrona di casa l'ha accusata di averle rubato dei gioielli, poi la situazione è degenerata con percosse e minacce. L'autopsia ha rivelato fratture allo sterno e alla mandibola, quattro costole rotte ed ematomi sul braccio sinistro, schiena e petto.
L'ossessione di Sabrina Kouider era che Sophie fosse in combutta con il suo ex e padre di uno dei suoi figli, Mark Walton, fondatore dei Boyzone, per seviziare e abusare dei bambini. «Mi chiamano puttana senza motivo - scriveva la ragazza al padre - mi accusano di cose che non farei mai». Ma è solo l'inizio: secondo l'accusa la coppia ha registrato ore di "interrogatori" nei quali la ragazza veniva costretta ad ammettere di aver commesso nefandezze mai avvenute.
Un controllo metodico e perverso su una ragazza troppo timida e bisognosa di affetto: i datori di lavoro potrebbero averle sequestrato la carta d'identità per impedirle di fuggire. Nessuno l'ha aiutata. Né la polizia, dove è stata trascinata da Kouder, e che però le ha rimandate a casa senza indagare: nessuno si spiegava perchè la donna non licenziasse una ragazza alla pari che accusava di furto, né i vicini. Un commerciante della zona la avrebbe vista piangere e le avrebbe offerto aiuto, ma Sophie lo avrebbe rifiutato. Il processo durerà almeno 5 settimane e verranno visionate più di otto ore di video girati dalla "coppia diabolica". Ouissem Medouni e Sabrina Kouider sono accusati di omicidio e di ostacolo alla giustizia.
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