Milano, «emulava la fiction Gomorra» arrestata spacciatrice

Donna Imma nella fiction Gomorra
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Mercoledì 14 Marzo 2018, 22:43 - Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 11:19
Appena 24enne aveva già assunto il ruolo della «donna del capo», «emulando» l'ormai ben nota moglie del boss Savastano, "donna Imma", della serie tv Gomorra, e in particolare riferendo ai componenti della banda «i messaggi» che il suo compagno le trasmetteva quando andava a trovarlo in carcere e «dettando, in maniera energica e risoluta, le linee guida da seguire in assenza del leader».

È la figura femminile da «fiction tv del genere 'crime'» che emerge dall'inchiesta della Procura di Milano che stamani ha portato la Gdf a smantellare un'organizzazione, con base a Quarto Oggiaro, quartiere popolare e difficile di Milano, che gestiva un vasto traffico di cocaina e hashish con legami con la Spagna, oltre a cercare di mettere in atto una serie di rapine. «Quarto Oggiaro è diviso a metà. Di là ci sono loro...e di qua ci siamo noi e nessuno dalla parte di qua la tocca...Ragazzi noi siamo dei mafiosi!», così si esprimeva uno degli indagati in un'intercettazione ambientale, captata dagli investigatori in una carrozzeria di Bollate, poco distante da Quarto Oggiaro, che era diventata «snodo e centro logistico», come si legge nell'ordinanza firmata dal gip Roberta Nunnari su richiesta del pm Maurizio Ascione, del gruppo capeggiato da Luciano Beccalli, milanese di 52 anni, e da Marco Ieno, altro milanese di 39 anni.

Sono due dei 24 arrestati (il blitz si è esteso anche in Calabria e in Puglia) nelle indagini condotte dalle Fiamme Gialle di Pavia, con il supporto dello Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, che nell'operazione ribattezzata 'fumo&piombò hanno anche sequestrato beni per oltre due milioni di euro e due tonnellate di droga. L'officina, si legge negli atti, era stata trasformata in un «bunker» con tanto di «apparato di videosorveglianza» e al suo interno era stato ricavato persino «un poligono di tiro per il collaudo delle armi». La banda, infatti, spiega il gip, aveva a disposizione anche «una dotazione "bellica" pronta all'uso al fine di regolare i conti con creditori riottosi». Il giudice, però, ha respinto la richiesta del pm di custodia in carcere per Vanessa Costantino, anche lei milanese e compagna di Beccalli, il quale, tra fine 2015 e inizio 2016, «teneva salda la formazione criminale attraverso gli ordini che venivano recapitati ai sodali» tramite la giovane «autorizzata ai colloqui in carcere» e che «molto verosimilmente» si ispirava a "donna Imma".

Era sempre lei, secondo gli inquirenti, a minacciare interventi violenti nei confronti di chi cercava di contrapporsi al capo.
Per il giudice, però, malgrado la giovane risulti «inserita nelle attività illecite» del gruppo, mancano le prove per contestarle la «partecipazione alle attività» della banda. Nel frattempo, oggi altre 43 persone, accusate di un traffico di droga tra l'Albania e l'Italia, sono state arrestate in un blitz condotto dalla Dia di Bari.
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