L'Istat ha diffuso oggi i dati trimestrali sull'occupazione, dopo la diffusione dei dati mensili la cui ultima rilevazione è riferita a gennaio 2018. Il 2017, secondo questa indagine, si conferma caratterizzato da un nuovo aumento dell'occupazione che coinvolge anche i giovani di 15-34 anni. Il tasso di occupazione sale al 58%, il livello più alto dal 2009, pur rimanendo 0,7 punti al di sotto del picco pre-crisi. Vi si associa la diminuzione del numero di inattivi.
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Dal lato dell'offerta di lavoro, l'occupazione presenta una lieve crescita congiunturale (+12mila, 0,1%), dovuta all'aumento dei dipendenti a termine (+57mila, +2%) a fronte del calo di quelli a tempo indeterminato (-25mila, -0,2%) e degli indipendenti (-20mila, -0,4%). Il tasso di occupazione cresce di 0,1 punti rispetto al trimestre precedente arrivando al 58,1%. La dinamica tendenziale mostra una crescita di 279mila occupati (+1,2%) circoscritta ai dipendenti (+2,2%), in circa nove casi su dieci a termine, a fronte di un nuovo calo degli indipendenti (-1,9%).
Per il tredicesimo trimestre consecutivo aumentano gli occupati a tempo pieno mentre, dopo una crescita ininterrotta dal 2010, il tempo parziale diminuisce.
Si stima un aumento delle trasformazioni da tempo parziale a tempo pieno, soprattutto per quanti svolgevano un part-time involontario. L'aumento dell'occupazione, diffuso per genere e ripartizione, è più intenso per le donne e nel Mezzogiorno. Nel confronto tendenziale, per il terzo trimestre consecutivo prosegue la diminuzione dei disoccupati (-247mila in un anno) che interessa entrambi i generi ed è particolarmente accentuata per i giovani. La riduzione, a ritmi meno intensi, degli inattivi di 15-64 anni (-118mila in un anno) è dovuta esclusivamente a quanti vogliono lavorare (le forze di lavoro potenziali). Aumentano gli ingressi nell'occupazione, esclusivamente verso i dipendenti a termine; l'incremento coinvolge i giovani, le donne e soprattutto i residenti nel Mezzogiorno e gli individui con elevato livello di istruzione.
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