Roma, allarme al San Giacomo: si sbriciolano i cornicioni, transennata via del Corso

Roma, allarme al San Giacomo: si sbriciolano i cornicioni, transennata via del Corso
di Laura Larcan
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Lunedì 5 Marzo 2018, 07:58 - Ultimo aggiornamento: 08:00

Si sta letteralmente sbriciolando l'antico ospedale fantasma del San Giacomo degli Incurabili, il secolare complesso architettonico tra via del Corso e via di Ripetta, con l'ingresso chiuso ormai dal 2008 su via Antonio Canova. I primi frammenti di cornicione sono cominciati a cadere mercoledì scorso, in tarda mattinata. I pezzi di intonaco sono precipitati proprio dalle due secolari facciate gemelle (già in evidente degrado da incuria e abbandono), che incorniciano l'omonima chiesa, tra i numeri civici 494 e 496 di via del Corso. A dare l'allarme sono stati gli inquilini e i negozianti del palazzo di fronte. Una tragedia sfiorata, verrebbe da pensare, visto l'orario in cui si è verificato il crollo, e il frequente passaggio di persone tra romani e turisti nel cuore del Tridente, a pochi metri da piazza del Popolo. Sul luogo è arrivata una squadra della polizia municipale che ha provveduto a transennare e rendere così off limits le due aree. Giovedì, poi, sono intervenuti i vigili del fuoco per verificare la stabilità delle strutture.
 

 

Appena in tempo perché durante il sopralluogo dei tecnici sono venuti giù a pioggia altri frammenti dagli intonaci dei cornicioni. Ieri, in un centro avvolto dalla pioggia, facevano impressione, ancora tutti a terra, sul manto stradale, amplificando l'immagine impietosa del San Giacomo degli Incurabili ormai malato incurabile afflitto dal degrado. Le cause? «Da quanto ci hanno spiegato, i distacchi sono dovuti alla neve - racconta il parroco della parrocchia di San Giacomo - L'acqua si è infiltrata nelle crepe e con le gelate successive ha spaccato l'intonaco che è venuto giù».

I cornicioni ormai sgretolatisi testimoniano tutta l'assenza di manutenzione. Preoccupati? «Più che altro è un disagio, perché nella zona transennata c'è l'ingresso alle sale che la Asl ci fa usare per il catechismo. Prima c'era il Cup dell'ospedale. E ora restano inagibili». «Questa situazione ci preoccupa - commentano dalla farmacia accanto al San Giacomo - non solo per una questione di sicurezza, ma anche per il disagio di avere la strada transennata. Temiamo i tempi. Da giovedì non abbiamo più visto nessun operaio». Una storia antica quella del San Giacomo che affonda le radici nel 1339, una missione ospedaliera sancita dal cardinale Antonio Maria Salviati che nel 1562 lo donò a Roma con la clausola che continuasse ad essere un ospedale (rivendicata a gran voce dagli eredi), e poi una specializzazione nella cura della sifilide (130 posti letto).

L'ATTESA DEI PERMESSI
Fino alla chiusura forzata, dieci anni fa, dettata da esigenze di razionalizzazione. La Asl resta responsabile dell'intero immobile fino alla completa riconsegna alla Regione Lazio, diretta proprietaria. Che significa? Un'operazione complessa che prevede ancora lo svuotamento e la pulizia di tutta la struttura.
E proprio dagli uffici dell'azienda sanitaria fanno sapere che «il sopralluogo è stato già effettuato: gli abbaini sono stati già messi in sicurezza, ma ancora non ristrutturati proprio nell'ottica della riconsegna alla Regione, mentre bisogna ancora intervenire sui cornicioni, ma l'intervento è subordinato all'autorizzazione all'occupazione di suolo pubblico da parte del Comune per attivare l'automezzo che impegna via del Corso. Non appena avremo il permesso, procederemo ai lavori».

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