Bari, maestre condannate per maltrattamenti in asilo, il giudice: «Attentato allo sviluppo dei bimbi»

Bari, maestre condannate per maltrattamenti in asilo, il giudice: «Attentato allo sviluppo dei bimbi»
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Giovedì 1 Marzo 2018, 19:20 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 13:30
Spintoni e insulti, imprecazioni, punizioni assurde. Sono veri e proprio maltrattamenti quelli che costano a due insegnanti di un asilo di Santo Spirito (Bari) la condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione. Di più: si tratta di «un attentato allo sviluppo psicofisico dei bambini». Nelle motivazioni della sentenza si legge infatti che il trattamento riservato dalle imputate ai piccoli alunni è equiparabile «a qualunque altro evento traumatico che porti il bambino a sperimentare la paura di un danno fisico o di una perdita». Alle due insegnanti - spiega il magistrato - non si rimprovera «la scelta di un metodo pedagogico piuttosto che un altro, la scarsa empatia, la rigidità dei comportamenti, il mancato aggiornamento didattico; non si fa carico di usare modi bruschi e inurbani, toni di voce alterati e spaventevoli. La questione è molto più grave, poiché qui si documentano visivamente strattonamenti, colpi di mano sulla testa, sulla fronte o sulle mani dei bambini, trascinamenti per le braccia, sbattimenti sulla sedia; immobilizzazioni fisiche per un tempo non irrilevante; imprecazioni ed espressioni spregiative».

I maltrattamenti, ripresi dalle cimici piazzate nelle aule dagli investigatori, si possono constatare
«persino eliminando l'audio, per non subire il condizionamento di quella voce stridula, poiché in questa caso anche il muto è scandalosamente eloquente».
Le indagini dei Carabinieri, coordinate dalla pm Simona Filoni, hanno documentato fra il 31 marzo e il 29 aprile 2016 ben 37 episodi di violenza in danno di 15 bimbi, che portarono anche all'arresto delle due maestre. «Un danno su un singolo bambino è danno per tutti: mentre un bambino subisce violenza, i compagni entrano in una condizione di terrore che la stessa violenza possa essere rivolta a loro stessi» commenta l'avvocato Giulio Canobbio, direttore del Comitato scientifico dell'associazione «La Via dei Colori» e difensore di alcune famiglie coinvolte.
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