La retrospettiva integrale proporrà ogni sabato e domenica fino al 18 marzo i 5 capolavori che hanno rese celebre Tati collocandolo direttamente tra Charlie Chaplin e Buster Keaton, 'Jour de Fetè (1949), 'Les vacances de Monsieur Hulot' (1953), 'Mon Onclè (1958), 'Playtimè (1967) e 'Trafic' (1971). Attraverso il personaggio di monsieur Hulot ha raccontato l'alienazione contemporanea (AdnKronos) - Insieme ai suoi capolavori saranno in programma anche 7 esilaranti cortometraggi presentati nella loro versione restaurata. Saranno proiettato 'On demande une brutè (1934), 'Gai dimanchè (1935), 'Soigne ton gauchè (1936), 'L'ecole des facteurs' (1946), 'Cours du soir' (1967), 'Dégustation maison' (1976) e 'Forza Bastià (1978) accompagnati dal lavoro televisivo 'Paradè (1974), da 5 documentari inediti che indagano storia e retroscena delle sue opere e da una testimonianza di Terry Jones sul maestro francese. Oltre ad essere stato uno dei comici più innovativi della scena cinematografica mondiale Tati è stato uno dei registi che, meglio di altri, ha saputo adattare l'immagine del mondo moderno al cinema.
Attraverso il personaggio di Monsieur Hulot, Tati raccontava già, ancora prima degli smartphone, l'alienazione contemporanea che produce la perdita della fantasia a favore del progresso tecnologico.
Con uno studio originale sul suono, elevato al ruolo di protagonista, Tati reinventa il cinema sonoro e, insieme all'uso rivoluzionario che fa dei colori e della messa in scena, rifonda la concezione di spazio filmico. Amato da registi come François Truffaut («Lui vede quello che noi non vediamo più, sente quello che noi non sentiamo più, gira come noi non facciamo»), Jean-Luc Godard («Il miglior regista comico francese dai tempi di Max Linder»), Olivier Assayas («La curva che conduce da Jour de fete a Playtime è quella che conduce il mondo antico al mondo moderno»), Wes Anderson («La sua camminata è già una grande invenzione»), David Lynch («uno dei più grandi di sempre»), Tati ha affinato l'originalità del suo cinema di film in film. E continua a farci sorridere della nostra modernità con un'acutezza e un'ironia che non ha uguali nella storia del cinema.
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