"Puoi baciare lo sposo": il Genny di Gomorra convola a nozze con un ragazzo

Puoi baciare lo sposo
di Paolo Travisi
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Mercoledì 28 Febbraio 2018, 16:40 - Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 15:41

Due ragazzi sui trenta, tra aspirazioni artistiche e certezze sentimentali, si amano a Berlino. Ma Paolo ed Antonio, gli attori Cristiano Caccamo e Salvatore Esposito, vogliono sposarsi in Italia. Ed ecco il dilemma. Come accoglieranno le loro famiglie d'origine la scelta di unirsi civilmente? Il regista Alessandro Genovesi in “Puoi baciare lo sposo”, mette a paragone, la metropoli tedesca ed un piccolo paese del Lazio, Civita di Bagnoregio (dove è ambientata la storia), per raccontare il pregiudizio sulle unioni civili tra omosessuali. Esiste o no? Per rispondere al quesito, c'è una battuta chiave del film in cui uno dei due innamorati dice all'altro “è facile fare i gay a Berlino”. Con i toni gradevoli della commedia, senza caricature nel delineare i personaggi o battute di facile volgarità, Puoi baciare lo sposo fa sorridere degli stereotipi, per andare oltre il pregiudizio. L'ironia, come sempre, è l'arma migliore nella vita come al cinema. Ed ecco allore che i due protagonisti volano nel magico paesino della Tuscia, insieme ai coinquilini berlinesi, Diana Del Bufalo e Dino Abbrescia, autista meridionale, fuggito dalla moglie che ha scoperto la passione di lui per gli abiti femminili. Se la madre di uno di loro, interpretata da Monica Guerritore, accoglie con gioia la scelta del figlio, il padre, Diego Abatantuono, sindaco progressista in giunta, ma conservatore in famiglia, fa resistenza.
 


L'idea del film nasce da un musical in scena a Broadway (My big italian gay wedding) che il regista vide qualche anno fa. “Mi sembrava interessante fare un musical su due ragazzi che si volevano sposare, ma poi ho capito che in Italia questo genere al cinema non piace molto, così l'ho trasformato in una drammaturgia più classica, puntando sui personaggi e sulle situazioni, lasciando il musical per il finale”. “Berlino e Civita sono due realtà molto diverse” ammette Caccamo “ma il pregiudizio c'è e con il film vogliamo dire al pubblico che queste realtà esistono e bisogna affrontarle con coraggio”. “Sono contento che sia venuta fuori la nostra idea, cioè quella di raccontare una storia d'amore con onestà ,sia nei sentimenti che nell'intepretazione dei personaggi” ha aggiunto Esposito, che con il personaggio di Genny Savastano di Gomorra ha guadagnato una popolarità internazionale e che in un certo senso, potrebbe vivere su di sé il pregiudizio dei registi nell'affidargli parti completamente diverse da Genny, come quella in “Puoi baciare lo sposo”. “Per me la strada si fa in salita quando devo mantenere negli altri personaggi una veridicità, la difficoltà sta nel non fare nulla che ricordi quello di Gomorra. In questo senso ci ha visto lungo Alessandro Genovesi che mi ha dato questa possibilità, chiunque al suo posto sarebbe stato scettico, invece ho fatto il provino e sono felice di questo progetto”.
Anche gli altri attori sono entusiasti del messaggio positivo del film, che ha ricevuto anche il supporto di Diversity (associazione che si occupa della rappresentazione responsabile delle persone LGBTI). Per Abbrescia “è paradossale che la legge sulle unioni civili sia passata prima in Italia che in Germania ed è un grande passo”, mentre Abatantuono è convinto dell'utilità di un film come questo “perché se stiamo parlando di questa tema è perché abbiamo fatto un film”

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