Mafia ad Anzio, la relazione: «Prefetto sciolga il Comune»

Mafia ad Anzio, la relazione: «Prefetto sciolga il Comune»
di Sara Menafra
2 Minuti di Lettura
Venerdì 23 Febbraio 2018, 08:09 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 09:10

È un giudizio durissimo quello riservato alla penetrazione della mafia nel litorale laziale e in particolare ad Anzio dalla relazione conclusiva della commissione parlamentare antimafia: «Alla luce del quadro d'insieme dei documenti e degli elementi di informazione acquisiti dalla Commissione nel corso dei lavori - si legge - nonché dalle risultanze del processo Mala Suerte, e dell'inchiesta Evergreen, appare pertanto auspicabile svolgere quanto prima una nuova valutazione, complessiva ed approfondita, della situazione della legalità nel comune di Anzio, al fine di verificare compiutamente la sussistenza degli elementi di legge per nominare una commissione d'accesso in seno al comune, ai sensi dell'articolo 143 del Tuel», insomma l'arrivo dei commissari prefettizi, passo preliminare dello scioglimento per infiltrazione mafiosa.

La situazione viene considerata particolarmente grave per la presenza di ben radicate cosche ndranghetiste. Tanto che anche il prefetto Paola Basilone, audita, ha parlato della necessità di fare proprio su Anzio un attento monitoraggio: «Il comune di Anzio è quello per il quale si sono susseguiti maggiori segnalazioni di criticità», ha detto il prefetto già un anno fa alla commissione guidata da Rosy Bindi. Palazzo Valentini aveva poi preso l'impegno di «aprire la pratica», anche se i tempi sembrano essersi allungati.

Quel che è certo è che secondo la commissione antimafia, Anzio è diventata sede distaccata della locale dei Gallace. Il territorio compreso tra Anzio, Nettuno e Ardea risulta essere caratterizzato dal radicamento del clan calabrese, già da tempo, «per effetto della presenza massiva e ramificata di numerose famiglie appartenenti al medesimo locale», si leggeva nel decreto di scioglimento di Nettuno, avvenuto nel 2005.

IL CONSIGLIO COMUNALE
La situazione non sembra essere migliorata, anzi. Ora la presenza è talmente consistente da essere arrivata ad incidere sulle decisioni dell'amministrazione locale. Preoccupa, dice ancora l'Antimafia, «la posizione di alcuni consiglieri comunali, tra questi in particolare quella di Pasquale Perronace, fratello di Nicola Perronace, pregiudicato, elemento di spicco del clan Gallace imputato per articolo 416-bis del codice penale, poi morto per cause naturali»; poi i lavori affidati «alla società Centro servizi immobiliari di Domenico Perronace» e l'arresto di Roberto Madonna, detto anche il re di Lavinio.

Una situazione che merita un intervento urgente, anche perché è tutto il litorale tra Roma e Latina a subire una forte penetrazione i cui effetti, a detta del Parlamento, sono sottovalutati: «Nel complesso si può dire che nel territorio di Anzio e Nettuno ci si trova di fronte ad un quadro variegato e composito, dove logiche criminali, strutture mafiose tra loro indipendenti e variabili culturali si alternano e si mescolano in una pluralità di relazioni tutte meritevoli di ulteriori approfondimenti».

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA