La sua azienda era già nota alla Squadra mobile, visto che era stata oggetto di controlli per il contrasto al caporalato e allo sfruttamento della manodopera.
Le indagini, scattate dopo la denuncia della vittima, hanno permesso di ricostruire la storia di violenza. L'imprenditore, dopo aver sorpreso l'operaio di notte con una bombola di gas sottratta dal suo magazzino, lo ha picchiato, minacciandolo con un fucile ed esplodendo anche alcuni colpi per terrorizzarlo. Il giorno dopo è andato a cercarlo, scovandolo in un casolare abbandonato. Dopo averlo sequestrato per ore all'interno dell'azienda, lo ha legato mani e piedi, appeso a una trave e colpito selvaggiamente con un bastone, procurandogli lesioni e fratture giudicate guaribili in 45 giorni.
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