L’emergenza clochard spiazza l’Europa: «Piano entro il 2020»

L’emergenza clochard spiazza l’Europa: «Piano entro il 2020»
di Alessandra Camilletti
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Lunedì 19 Febbraio 2018, 00:14 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 12:52

Aveva promesso di togliere i senzatetto dalle strade. A nove mesi dalle elezioni dello scorso anno il presidente francese Emmanuel Macron ammette che quello dei clochard è un punto del programma - l’unico, sottolinea - che ancora non è riuscito ad affrontare. Il presidente parla di una cinquantina di persone, ma la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, ribatte che sono molte di più. E a scanso di equivoci lancia un censimento dei senzatetto, con modulo da compilare, i cui risultati sono attesi per oggi.

In Europa ci sono numeri da allarme sui clochard, raccolti da Feantsa, la federazione europea che raggruppa circa 130 organizzazioni nazionali che lavorano con poveri e senzatetto. Se non sono paragonabili i dati dei singoli Paesi, per situazioni e periodi di riferimento, e comunque - si precisa - non sono esaustivi, nel complesso si delinea una tendenza. La stima dice che in una determinata notte, nell’Unione, potrebbero esserci 410mila clochard (senza un tetto, senza una casa). Il che fa considerare 4,1 milioni le persone esposte al rischio, ogni anno, per un periodo più o meno lungo. Un fenomeno in crescita, dice la relazione 2017 che la Feantsa ha pubblicato lo scorso anno con la Fondazione Abbé Pierre, sulla base di dati locali.

L’ECCEZIONE
La ricerca dell’Osservatorio europeo sui senzatetto di 15 Stati membri dell’Ue (Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Finlandia, Germania, Ungheria, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia e Regno Unito) ha rilevato aumenti nel numero di senzatetto in tutti i paesi tranne la Finlandia, dove la cifra è diminuita del 10 per cento in tre anni. Paese dove strategie di contrasto sono in campo fin dal 1987 e tra i primi ad attuare l’housing first - sistema nato a New York, praticato in Canada e arrivato in Europa -, con l’obiettivo di sostituire le strutture di accoglienza con soluzioni abitative più stabili nel tempo, in un percorso di crescita e affiancamento. Il Rapporto 2017 parla di 7.500 single e di 417 famiglie in difficoltà nel 2013, ridotti rispettivamente a 6.700 e a 325 nel 2015 (tra chi ha dormito all’aperto, ma chi però in appartamenti, strutture o da familiari e amici). 

LA MAPPA
Qual è, dunque, la “tendenza allarmante”? In Austria - ricostruisce il Rapporto - erano calcolati 11.400 senzatetto nel 2008, saliti a 14.600 nel 2014. Nel 2013, se ne calcolavano 9.770 a Vienna, con una crescita del 19 per cento rispetto al 2010. In Belgio, si calcola che a notte a Bruxelles nel 2014, c’erano 2.603 clochard, contro i 1.944 di quattro anni prima. Proprio in Francia, nel 2012 si registravano in una notte 141.500 clochard, in aumento del 50 per cento rispetto al 2001. Dato in aumento in Germania: 248mila senzatetto nel 2012, 335mila nel 2014. 
Per l’Italia, il Rapporto cita la relazione Istat 2014 su “Le persone senza dimora”: 47.648 calcolate in un mese nel 2011 e 50.724 nel 2014. Dato fortemente in crescita in Danimarca: dal 2009 al 2015 i senzatetto, considerati in una settimana di riferimento, sono passati da 4.998 a 6.138. Ma nello stesso periodo i giovani senzatetto sono cresciuti dell’85 per cento (633 nel 2009). In Spagna, i senzatetto erano 21.901 nel 2005 e sono saliti a 22.939 nel 2012 (rilevazione 13 febbraio-25 marzo). A Barcellona, si calcolano 2.914 senzatetto in una notte nel 2016, rispetto alle 2.700 nel 2014. In Inghilterra, si stima un aumento del 30 per cento di chi dorme in situazioni di fortuna tra l’autunno 2014 e l’autunno 2015: oltre 8mila persone a Londra, tra 2015 e 2016. E un aumento del 6 per cento delle persone “dichiarate” senzatetto: 14.470 nel 2015 (ottobre-dicembre). 

IL TEMA
«La strategia Europa 2020 ha stabilito l’obiettivo di togliere 20 milioni di persone dalla povertà», sottolineano nel Rapporto Joan Uribe e Christophe Robert, rispettivamente presidente di Feantsa e direttore della Fondazione Foundation Abbé Pierre, sottolineando che «all’inizio del suo mandato come presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker ha promesso “equità sociale”» e che gli obiettivi dell’Unione includono «la lotta alla povertà, l’inclusione sociale e il principio della dignità umana da sempre al centro del progetto europeo».

Uribe e Robert sostengono che i senzatetto raggiungono «numeri da record in quasi tutti gli Stati membri», e nelle Capitali, collegando parte del problema alla grande crisi iniziata nel 2008, con la conseguenza anche di un’impennata degli sfratti in alcuni Paesi. Ma parlando anche di giovani in difficoltà e «abbandonati» e di migranti. «Il Rapporto è un invito all’azione», dicono, richiamando l’attenzione sul «fatto che non c’è nessuno stimolo economico senza stimolo sociale».

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