Patty Pravo: «Cantare è la vita, ma a Sanremo non ci vado più»

Patty Pravo: «Cantare è la vita, ma a Sanremo non ci vado più»
di Marco Pasqua
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Venerdì 16 Febbraio 2018, 14:07 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 19:59
Rincorre ancora la libertà e rivendica, con orgoglio, tutti i “no” detti per essere indipendente, sopra e fuori dal palco. Guarda avanti, Patty Pravo, da più di mezzo secolo protagonista indiscussa della musica leggera italiana, annuncia un nuovo album («tra settembre e ottobre del 2018, se riesco») e, intanto, si gode una tournée che è il secondo atto del tour iniziato dopo l’ultima partecipazione a Sanremo del 2016, con la poesia-cantata Cieli immensi. Torna a Roma, Patty, domenica 18, non nel “suo” Piper («non lo riconosco più»), ma all’Auditorium, nell’ambito del tour “ Patty… la cambio io la vita che”. Nella prima parte del concerto, Nicoletta Strambelli presenterà le grandi interpretazioni del suo repertorio francese, accompagnata dalla Gaga symphony Orchestra, mentre nella seconda, ripercorrerà tutti i successi pop-rock con la sua band. Con qualche sorpresa. Risponde tra una prova e l’altra, da Montecatini, mentre ha in programma tappe a Milano e Venezia, e diverse, durante l’estate, negli anfiteatri. Pronta ad emozionare ancora.

Ha visto il Festival di Sanremo?
«Solo la prima serata. Ho trovato molto bello il pezzo che ha vinto, quello di Fabrizio Moro e Ermal Meta. Moro me lo ricordo quando consegnava i pacchi negli alberghi, con Meta ho fatto un pezzo quando lui era praticamente un bambino. Ho visto una Hunziker di una bravura disumana, e ho apprezzato anche Baglioni. E poi ci sono state le scenette con Fiorello: erano anni che non ridevo così tanto guardando la televisione».
Il suo brano preferito?
«Mi è piaciuta molto la mia Ornella Vanoni. E poi “Elio e le Storie tese”. Insieme a Moro e Meta potrebbero rappresentare il mio podio».
La sua ultima partecipazione a Sanremo è del 2016. Quando ritornerà?
«Non ci andrò mai più, non esiste. Tutti gli artisti sono lì nelle mani di una sola persona, Ferdinando Salzano. È bravo, per carità, ma non può controllare tutta la musica italiana».
Patty Pravo, icona della notte. Oggi dove la vive?
«Dipende dove mi trovo. Se non sono a casa, magari sono a San Francisco per disintossicarmi nella mia casa. Ma sinceramente la notte preferisco leggere o dormire. In discoteca non vado, non ho mai amato i locali, se non quelli dove suonano dal vivo: certamente non quelli dove c’è la disco-music. E poi oggi non sanno neanche drogarsi».
Come? Sta scherzando?
«Ma sì... Certo. O no?».
E il “suo” Piper?
«Ci sono tornata anni fa per un video e ho provato tristezza. Non era più il Piper che avevo conosciuto io. Erano spariti tutti i quadri di Mario Schifano e Andy Warhol, chissà che fine hanno fatto, con tutto quello che valevano».
Veniamo alla tappa romana del suo tour. Che sorprese dovrà aspettarsi il pubblico?
«Ci sarà una Miss Italia inedita, che mi chiedono di cantare da 30 anni: ora sono riuscita finalmente a montarla. Una canzone molto amata dal mio pubblico, che non ho mai cantato: e sarà una versione heavy metal… la gente avrà i capelli dritti».
Lei ha collaborato, in “Eccomi”, con Emis Killa. Il mondo del rap la affascina?
«Mi piace il rap americano, per i testi. Quello italiano, invece, lo seguo poco e quando sento le cose, non mi convincono. Anche se sono rimasta colpita da Fred De Palma, quando ha preso “Tutt’al più” e ne ha fatto una poesia: lì mi sono tolta il cappello e ho detto wow».
Una carriera lunghissima, costellata di molti successi. C’è qualcosa che non avrebbe mai voluto fare?
«Sicuramente ho commesso degli errori. Ma chi se ne frega. Io voglio essere libera. Non voglio stare con una casa discografica che mi dice cosa fare. Ho detto di no a David Sarnoff (il presidente della Rca, ndr) quando voleva tenermi in America. Voglio la libertà, sopra e fuori dal palco. Una scelta che mi è costata, ma almeno così sto bene e riesco ad esprimermi».
È già al lavoro sul nuovo cd?
«Sì. Sarà una cosa particolare. Spero di riuscire a completarlo tra settembre e ottobre, dopo il tour. È partito da un’idea dei tuareg…».
Ha mai pensato di smettere?
«No. Faccio la cosa che più mi piace al mondo, che mi dà la vita, perché dovrei?».
Una domanda alla quale non saprebbe cosa rispondere?
«Una che mi fanno ancora tutti: qual è la mia canzone preferita».
 
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