Tanti romani «sentono le voci». E si riuniscono per raccontarlo

Tanti romani «sentono le voci». E si riuniscono per raccontarlo
di Pietro Piovani
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Giovedì 15 Febbraio 2018, 00:27 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 17:46

Dunque, gli studi
più recenti dicono
che dal 3 al 15% della popolazione 
sono uditori di voci
@ElBarrioDelMax



Dopo aver spinto una donna sotto un treno della Metro B, il quarantasettenne Igor Trotta ha provato a spiegare i motivi del suo gesto così: «Ho sentito le voci che mi hanno ordinato di farlo. Me lo ha detto il Vaticano. Me lo ha detto Dio». Sono frequentissime le storie di cronaca nera in cui il protagonista al momento dell’arresto sostiene di aver «sentito le voci». Si tratta di una patologia psichiatrica ben nota, più diffusa di quanto si pensi, e per fortuna non tutti coloro che ne sono affetti vanno in giro per stazioni a spingere la gente. Nella maggioranza dei casi queste persone non fanno male a nessuno, ma sono costrette a convivere con strane, spaventose voci che rimbombano nella loro testa.

A Roma, come in altre città italiane, da qualche anno si tengono incontri fra uditori di voci. Uno di questi “gruppi di mutuo aiuto” (l’unico al di fuori delle strutture delle asl e dei centri di igiene mentale) si riunisce ogni 15 giorni a San Basilio, nei locali di una parrocchia, per iniziativa dell’associazione “Riconoscere”. Nel gruppo ogni partecipante racconta la propria esperienza: chi dalle voci riceve l’ordine di farsi la doccia, chi ha nelle orecchie dieci voci contemporaneamente, chi cerca di non sentirle più sparando una musica a tutto volume.

Si potrebbero immaginare riunioni rumorosissime, un cumulo confuso di parole che si accavallano, e invece no: durante le riunioni, a quanto pare, le voci spariscono. «Per la prima volta gli uditori di voci possono parlare liberamente della loro vita, e non come pazienti psichiatrici; per la prima volta sanno che verranno creduti» spiega Elisabetta Sarco, presidente dell’associazione. «Imparano ad ascoltare altre persone, persone reali. E piano piano si avvicinano alla realtà». Agli incontri organizzati da “Riconoscere” ha preso parte per più di un anno un uomo, un trentenne, che non parlava mai. Ascoltava gli altri senza aprire bocca, e ormai tutti si erano rassegnati, finché un giorno, sorprendendo tutti, l'uomo ha preso la parola, ma sarebbe meglio dire le parole, una pioggia, un diluvio di parole. Ora non ha più alcun timore nel far sentire la sua voce agli altri, parla in pubblico e addirittura canta, è entrato in un coro.

pietro.piovani@ilmessaggero.it

Riceviamo dalla dottoressa Elisabetta Sarco la seguente precisazione:
In relazione all'articolo va precisato che il gruppo Uditori di voci di San Basilio non è nato su iniziativa della nostra associazione Riconoscere, bensì della Comunità Terapeutica Urbania della Asl Rm2 diretta dal dott. Josè Mannu, creatore del gruppo in questione. Noi abbiamo solo un volontario che presta servizio in quel gruppo.
Dott.ssa Elisabetta Sarco
Presidente Associazione Volontariato Onlus RICONOSCERE


(Nella foto, una pagina del sito internet dell'associazione Riconoscere)
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