Erdogan è arrivato a Roma: città
blindata, chiusa via Veneto

Erdogan è arrivato a Roma: città blindata, chiusa via Veneto
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Domenica 4 Febbraio 2018, 19:29 - Ultimo aggiornamento: 20:52

Arriva il "sultano" e Roma si blocca. Aree off limits, bonifiche a tappeto, reparti speciali in campo per garantire la sicurezza di Recep Tayyip Erdogan, il presidente turco temuto e corteggiato in ordine sparso da Oriente e Occidente. L'uomo che gioca in proprio molte delle partite chiave del Medio Oriente vedrà domani papa Francesco, Sergio Mattarella e Paolo Gentiloni. E se con il pontefice la prospettiva sul mantenimento dello status di Gerusalemme è comune, i colloqui con il capo dello Stato e il premier serviranno a ribadire il fatto che «le relazioni bilaterali sono eccellenti» - come ha detto lo stesso Erdogan prima della partenza - ma difficilmente scalfiranno le sue certezze non negoziabili sulla necessità della 'guerrà ai curdi e sulle responsabilità dell'Unione europea in merito allo stallo dei negoziati di adesione di Ankara.
 

 

Una visita di sole 24 ore assieme alla moglie e ad alcuni ministri - Erdogan è atterrato poco dopo le 19 a Fiumicino e ripartirà domani in serata -, ma la capitale è mobilitata come nei giorni del 60esimo anniversario dei Trattati di Roma nel marzo scorso quando, però, i leader a Roma erano una trentina. Per proteggere il presidente turco dal rischio di attentati e tenere lontane le proteste annunciate sono stati mobilitati 3.500 agenti. All'interno della 'green zonè che va da San Pietro a piazza del Popolo fino al Colosseo e al Circo Massimo non saranno tollerati assembramenti, mentre i percorsi del corteo presidenziale rimangono riservati e i giardini di Castel Sant'Angelo si preparano ad accogliere un sit-in della rete Kurdistan Italia. Le proteste sono già cominciate. Cinque cittadini curdi sono stati bloccati mentre tentavano di entrare in piazza San Pietro, all'Angelus, con bandiere curde.

L'Associazione nazionale magistrati e la Federazione della stampa hanno inviato una lettera a Mattarella perché «venga posta attenzione alla questione dei diritti umani violati» in Turchia. Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, chiede all'Italia di avere «la schiena dritta» di fronte a chi rappresenta un «regime sanguinario e spietato» e critica l'annunciata mancanza della rituale conferenza stampa. Matteo Salvini ritiene che «ospitare l'estremista turco Erdogan sia un vergognoso atto di sottomissione» e sottolinea che «con la Lega al governo la Turchia non entrerà mai in Europa». Sull'ingresso di Ankara nell'Unione, Erdogan aveva già rilanciato in un'intervista alla Stampa, sostenendo che è l'Ue che «blocca l'accesso al negoziato» e che invece la Turchia desidera la «piena adesione».
 

L'incontro con il Papa è «un'opportunità significativa per attirare l'attenzione sui valori umani comuni, l'amicizia e i messaggi di pace» e per discutere della «lotta contro razzismo e islamofobia». Erdogan, parlando insolitamente dell'attacco di ieri a Macerata, ha affermato di considerare la xenofobia alla pari del terrorismo. Ma sul nemico numero uno, i curdi, non si discute nemmeno. All'aeroporto di Istanbul, prima di imbarcarsi per Roma, Erdogan ha fatto il bilancio dei «terroristi neutralizzati» dall'inizio dell'offensiva turca contro l'enclave curdo-siriana di Afrin il 20 gennaio scorso: 935 tra morti, feriti e prigionieri. Al rapporto con l'Italia, invece, il presidente turco ci tiene: «Lavoriamo insieme per la pace e la stabilità nel Mediterraneo. Come alleati Nato, contribuiamo alla sicurezza reciproca».

Ed è convinto che i 20 miliardi di interscambio dell'anno scorso possono raddoppiare e già nel 2020 «puntiamo a 30 miliardi di dollari».
Di affari il 'sultanò parlerà domani nel tardo pomeriggio con i grandi gruppi italiani. Impregilo, Leonardo, Pirelli, Snam, Ferrero, Astaldi, probabilmente il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia vedranno Erdogan in un noto albergo del centro, suo quartier generale fin da stasera e rigorosamente blindato per tutti. A partire dalla stampa, che non avrà alcuna finestra per incontrare il leader turco in nessuno dei suoi appuntamenti romani.

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