«Capisco e rispetto il punto di vista del presidente della Regione Puglia e del sindaco di Taranto», ha premesso Gentiloni, «li interpreto come il tentativo legittimo di avere le condizioni migliori ma stiamo parlando di un investimento di miliardi, che salva 10-15mila posti di lavoro e con risorse per bonificare una delle zone più inquinate del Mezzogiorno. Non credo che gli enti locali lavoreranno per far saltare questo investimento, noi siamo aperti al dialogo ma tutto possiamo fare tranne che far scappare gli investitori». Eppure il governatore Michele Emiliano deve pensarla diversamente. «È stata convocata per il 13 febbraio la prima riunione dell’Osservatorio Permanente per il Monitoraggio dell’Attuazione del Piano Ambientale dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto», ha fatto sapere il Ministero dell’Ambiente, ma «la Regione Puglia, più volte invitata a nominare un proprio rappresentante, non ha ritenuto di provvedere».
Sullo sfondo c’è lo stop del governo alla proposta di modifica del piano ambientale da parte di Regione Puglia e Comune di Taranto, pronti a un nuovo braccio di ferro. Intanto partono domani, con le attività preliminari, i lavori per la copertura dei parchi minerali dell’ Ilva di Taranto. I dettagli saranno illustrati domani dal gruppo friulano Cimolai, che si è aggiudicato la commessa, nel corso di una conferenza stampa all’interno dello stabilimento siderurgico. La consegna dei lavori, in base al piano industriale di Am InvestCo (cordata formata da ArcelorMittal e Marcegaglia), era prevista per il 2023 ma il governo ha chiesto di accelerare i tempi e la scadenza ora è fissata per il 2020.
L’investimento viene quindi anticipato dall’azienda in amministrazione straordinaria, che poi verrà rimborsata dall’acquirente Am InvestCo.
La copertura delle colline di minerale (stoccate a cielo aperto su un’area di oltre 70 ettari) avrà una lunghezza di 700 metri, una larghezza di circa 500 metri e un’altezza di 80 metri. Per la realizzazione dell’opera saranno impiegate 33mila tonnellate di acciaio, in larga parte prodotte dallo stesso stabilimento tarantino.
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