Banche, i prestiti a famiglie e imprese salgono ancora: a dicembre +2,3%

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Martedì 16 Gennaio 2018, 16:28 - Ultimo aggiornamento: 18:07
A dicembre i prestiti delle banche a famiglie e imprese sono saliti del 2,3%, un aumento che sale al 2,4% se si include la Pubblica Amministrazione e che rappresenta il 23esimo mese consecutivo di rialzi. È quanto si legge nel rapporto mensile Abi. Nel mese di novembre i mutui alle famiglie hanno proseguito la crescita con un +3,4% mentre i finanziamenti alle imprese sono tornati postivi (+0,3% contro il -0,5% di ottobre). L'Abi segnala il mutato clima per gli investimenti delle aziende anche se il livello pre-crisi è ancora lontano e non potrà essere eguagliato.

er il vice Dg (rpt Dg) Gianfranco Torriero gli «aumenti a due cifre visti prima della crisi non si ripeteranno sia per la nuova regolamentazione sugli istituti di credito sia per il cambiamento nelle aziende che ricorrono meno al canale bancario facendo più affidamento alla propria generazione di cassa. I segnali positivi sugli investimenti sono comunque diversi e da più fonti convergenti». Il rapporto segnala come «le imprese industriali e dei servizi indicano che i programmi di investimento dichiarati dalle imprese per il 2017 prefigurano un ulteriore incremento della spesa (2,8%). L'accumulazione sarebbe sospinta dai piani delle aziende di maggiore dimensione in tutti i principali comparti.

Rispetto alla rilevazione di marzo, le aziende si dichiarano più ottimiste circa la situazione economica». Tuttavia sempre lo stesso rapporto ricorda come «la dinamica del credito continui ad essere influenzata dall'andamento degli investimenti e del ciclo economico, che seppure in ripresa, l'intensità rimane contenuta. Nonostante questi segnali positivi, posto uguale a 100 il valore reale degli investimenti fissi lordi al primo trimestre 2008 (inizio crisi), nel terzo trimestre del 2017 l'indice si è posizionato a 77,4 con una perdita complessiva di circa 23 punti».

Stabili, invece le sofferenze nette bancarie a novembre 2017, a quota 66,2 miliardi (contro i 65,8 di ottobre e gli 85,2 miliardi dello stesso mese di un anno fa).Per il vicedirettore generale dell'associazione Gianfranco Torriero «ci aspettiamo, nei prossimi mesi, ulteriori cali» dopo quelli visti in estate «visti gli annunci di operazioni di dismissione di portafogli da parte di molte banche e un maggiore focus sulla gestione interna». Sono confortanti, spiega Torriero, anche «i dati relativi ai nuovi flussi di sofferenze». Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione di novembre è di circa 22,5 miliardi.
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