Terremoto, il commissario straordinario: «Gli sfollati non pagheranno un euro»

Terremoto, il commissario straordinario: «Gli sfollati non pagheranno un euro»
di Italo Carmignani
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Venerdì 5 Gennaio 2018, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 12:01
Oltre alle scosse, il sisma ha generato un altro mostro, la burocrazia. Battere le prime è quasi impossibile, lavora ai fianchi l’altra, invece, il commissario straordinario Paola De Micheli. Con un primo risultato: 560 cantieri della ricostruzione già in piedi. 

Commissario, però tra casette e ricostruzione ancora paiono vincere ritardi e scartoffie, no?
«Non mi pare proprio. Leggo i report delle verifiche fatte dalle regioni che stanno gestendo le casette e vedo che in queste ore i tecnici sono al lavoro. Alcuni problemi ci sono stati, ma ci sono state anche tanta strumentalizzazione politica e qualche bugia. Rispetto alla ricostruzione siamo al lavoro intensamente e abbiamo completato la cassetta degli attrezzi necessari a velocizzarla». 

Grazie alle nuovi leggi e all’ordinanza numero 46, quella che semplifica ulteriormente le misure per la ricostruzione?
«Precisiamo: sia le leggi che l’ordinanza tolgono altri paletti allo slalom per far decollare i cantieri della ricostruzione. Partiamo dalle leggi con due novità. Primo, la presentazione delle domande per la ricostruzione leggera, quella che sistema case con danni più lievi, fissata al 30 aprile. Secondo, l’individuazione dell’impresa non avviene più all’inizio della procedura, ma alla fine con la domanda approvata».

E cosa cambia?
«Il proprietario di casa deve solo fare la gara tra le ditte al massimo ribasso con in mano già il progetto e la specifica della spesa che occorre per realizzarlo, approvata dall’ufficio speciale regionale. Significa velocità e trasparenza. Questo passaggio è la somma delle richieste che ho ascoltato dai gruppi politici, dalle categorie professionali e dagli stessi terremotati. Poi ci sono le novità dell’ordinanza».
 
Chi si ritrova con la casa distrutta ha paura soprattutto di finire in un percorso tortuoso in cui magari per la mancanza di un solo documento deve ripartire dal via. 
«Per questo motivo abbiamo introdotto la pre-istruttoria: il progettista va all’ufficio speciale per la ricostruzione e ottiene tutti i consigli di come fare per poi andare de plano. Non solo. Chi deve fare i lavori non dovrà anticipare nulla perché al momento dell’avvio del cantiere verrà liquidato l’80 per cento al progettista e l’intera parcella della perizia geologica. Un anziano con 500 euro di pensione e una parcella di 5000 euro da pagare, non deve anticipare nulla». 

Tra le montagne sono tanti gli abusi edilizi e la preoccupazione di molti è quella di un mancato accoglimento della domanda per questo motivo.
«Diciamolo subito: la casa completamente abusiva non può avere i finanziamenti per la ricostruzione. Diverso invece per quegli abusi edilizi per i quali ci sono il Comune di appartenenza e l’ufficio legale competenti che ne valutano la regolarizzazione». 

Ma in cifre a che punto siete con le domande per la ricostruzione?
«Al 29 dicembre abbiamo cinquanta milioni di contributi assegnati, oltre cinquecento decreti di concessione, ovvero via libera ai cantieri, e 2.020 pratiche d’istruttoria avviate. C’è un dato che ci ha dato soddisfazione: dal 15 al 29 dicembre le domande sono passate da 1.622 a 2.020. Lo ritengo un segnale di fiducia e di voglia di ricostruire». 

Sulla ricostruzione pesante che necessita di interventi di natura idrogeologica per la sicurezza a che punto siamo?
«Stiamo costruendo un piano da finanziare per investimenti importanti. Tra qualche giorno avremo i risultati delle microzonazioni e delle indagini idrauliche e idrogeologiche. A febbraio finanzieremo anche questo piano perché riteniamo che la ricostruzione si debba realizzare in condizioni di sicurezza totale». 

Quindi il concetto “si ricostruisce com’era e dov’era” non è più perseguibile?
«Il nostro principio è quello di affrontare con umiltà la ricostruzione. Sarebbe dannoso perseguire degli obiettivi a tutti i costi quando non ci sono le condizioni di sicurezza. Faremo di tutto per ricostruire dove era e meglio di com’era, ma aspettiamo i dati scientifici, attiviamo le opere per la messa in sicurezza e insieme alle comunità prenderemo le decisioni».

C’è chi teme un vuoto decisionale a causa dello scioglimento della Camere, la relativa campagna elettorale e la formazione del nuovo Governo. Timori da fugare?
«La nostra squadra è qui, con gli stessi poteri di prima, operativa e pronta a non tirarsi indietro di fronte ai problemi».
 
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