MasterChef Italia, la viterbese Carlotta Bevilacqua a un passo dal sogno: «Eliminata all'ultima prova per un fegato alla veneziana»

Carlotta Bevilacqua durante le selezioni di MasterChef Italia
di Federica Lupino
3 Minuti di Lettura
Martedì 2 Gennaio 2018, 13:30 - Ultimo aggiornamento: 3 Gennaio, 13:01
Che beffa, a volte, il destino: eliminata per un fegato alla veneziana. Che poi le frattaglie sono l’unico piatto che lei aveva apertamente detto di non voler cucinare. Ma tant’è: anche in questo caso i complimenti dei giudici, affatto magnanimi, le sono arrivati. Ed è così che se ne è tornata a casa dagli studi di MasterChef, con una valigia piena di apprezzamenti, l’entusiasmo per “una esperienza che nella vita capita una volta” e il sogno più forte che mai di “aprire, chissà, un ristorante tutto mio”. Carlotta Bevilacqua emana ancora l’entusiasmo per aver partecipato allo show. Viterbese doc, 31 anni, una laurea in Scienze della comunicazione all’ateneo della Tuscia, il liceo conseguito al Ragonesi, di professione commerciante nell’azienda di famiglia. E una passione infinita per i fornelli. L’altra sera ha sfiorato l’ultima, decisiva promozione di fronte ai quattro giudici, Antonia Klugmann, Antonino Cannavacciuolo, Joe Bastianich e Bruno Barbieri. L’obiettivo era a un soffio: entrare nella settima classe dello show culinario. L’hanno battuta all’ultima prova.
Come è finita a MasterChef?
“Mi ha iscritta una mia amica, Claudia. Questo inverno avevo organizzato un evento al MagnaMagna con le “polpette di Carlotta”. Lei le ha provate e mi ha detto: “Adesso ti iscrivo”. Pensavo scherzasse, poi mi hanno chiamata dalla redazione”.
Come ha imparato a cucinare?
“Ho sempre guardato la mamma. Sono una autodidatta. Da quando vivo da sola, ho fatto di necessità virtù: adesso amo cucinare per gli amici e la famiglia. La cucina è diventata il mio mondo: mi distrae e mi isola da tutto”.
Quanti eravate alle selezioni?
“Alle prime in 15mila, poi ridotti a 100. Quindi siamo rimasti in 40 tra i quali hanno scelto i 20 componenti della classe. Io sono arrivata tra gli ultimi 4”.
Cosa ha cucinato per superare le prime prove?
“Le polpette di carne con curry e mela su crema fave e pecorine erano il mio piatto da casa. Poi, il secondo Sì è arrivato con ravioli di pasta rossa fatta di barbabietola con dentro asparagi selvatici, crumble di guanciale e crema di parmigiano sotto”.
Cos’è che l’ha divertita di più di questa esperienza?
“Tutto, perché tutto nuovo, e strano, e ti fa caso. Emozioni che rimangono”.
E l’aspetto più duro?
“I tempi: l’ultima volta siamo entrati alle 8,30 della mattina e sono uscita alle 3 di notte”.
I giudici, invece?
"Temevo la Klugmann perché nuova, invece con me è stata squisita. Avevo paura di Barbieri perché è un mostro sacro della cucina. Anche Cannavacciuolo mi metteva soggezione. E Bastianich mi provocava ansia perché non sai mai come reagisce”.
Cosa non dimenticherà?
“Quando guardo il mio grembiule con scritto 'Carlotta' ancora ho i brividi”.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA