Roma, anziano esce di notte dalla casa di cura: lo ritrovano morto di freddo in un prato

Roma, anziano esce di notte dalla casa di cura: lo ritrovano morto di freddo in un prato
di Veronica Cursi
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Giovedì 28 Dicembre 2017, 13:42 - Ultimo aggiornamento: 16:06
E’ morto di freddo e stenti in mezzo a un prato a pochi metri dalla casa di cura dove era ricoverato e che avrebbe dovuto accudirlo. Nessuno tra gli addetti della struttura si è accorto che era uscito dalla sua stanza nel cuore della notte e aveva vagato in strada per 6 ore.

La procura di Velletri ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo contro ignoti sull’assurda fine di Angelo Laudoni, 78 anni, residente a Roma. L’anziano era arrivato da un giorno nella casa di cura Villa Giulia Felicia di Colonna, comune alle porte della Capitale, dove era stato ricoverato il 27 novembre dopo aver subito due ictus in 4 mesi. Aveva disturbi della memoria e soffriva di disorientamento. Per questo - secondo i familiari - necessitava di maggiore assistenza.

Eppure la seconda notte di ricovero, Angelo si è svegliato intorno a mezzanotte e ha cominciato a vagare per la struttura, poi come nulla fosse ha aperto una porta lasciata aperta ed è uscito: senza che nessuno si accorgesse di niente. Quando i carabinieri l’hanno trovato intorno alle 6 del mattino in una stradina di campagna poco distante era in pigiama, agonizzante. A nulla è valsa la corsa disperata verso l’ospedale di Frascati: è morto poco dopo in ambulanza. La clinica si è accorta della sua scomparsa solo il mattino seguente, quando ormai era troppo tardi: «Avevo salutato mio padre la sera prima - racconta la figlia -. Stava bene, si stava riprendendo. Ci fidavamo di quella casa di riposo, avevamo deciso di tasferirlo lì da un’altra struttura proprio perchè ci sentivamo sicuri, era vicino casa e potevamo andare a trovarlo tutti i giorni
».
 
 


Invece verso le 6.30 del mattino arriva una chiamata dalla casa di cura: «Mi dicono che mio padre era scappato, non lo trovavano e non sapevano dove potesse essere. Non abbiamo neanche avuto il tempo di capire cosa stesse succedendo perché poco dopo i carabinieri ci hanno avvertito che l’avevano trovato in fin di vita».

Una morte assurda. E ora i familiari che si sono rivolti a Studio 3A, società di consulenza legale, chiedono giustizia: «Vogliamo solo che vengano appurate le responsabilità di ciò che è successo. Mio padre doveva essere accudito e invece è morto. Se gli operatori in servizio di notte si fossero accorti prima che era uscito, forse si sarebbe potuto salvare».

Ed è proprio sulla cooperativa esterna, a cui fanno capo gli infermieri preposti alla sorveglianza notturna dentro la Villa Giulia Felicia, che si concentrano le indagini.
Gli inquirenti hanno acquisito i video delle telecamere di sorveglianza: «La nostra casa di riposo - spiega la titolare Annamaria Conti - si appoggia alla cooperativa Cnl per coprire i turni di notte. Dalle telecamere esaminate sarebbe emerso che i due operatori in servizio quel giorno non avrebbero fatto i dovuti giri di controllo. Abbiamo denunciato quello che è avvenuto e siamo vicini al dolore della famiglia, ma come clinica non abbiamo responsabilità».



 
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