Treviso, Sofiya uccisa e buttata in un burrone: «Voleva rifarsi una vita»

Treviso, Sofiya uccisa e buttata in un burrone: «Voleva rifarsi una vita»
di Roberto Ortolan e Gabriele Zanchin
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Mercoledì 27 Dicembre 2017, 08:41 - Ultimo aggiornamento: 28 Dicembre, 16:25

Voleva rifarsi una vita. Ma il sogno di Sofiya Melnyk, 43 anni, interprete ucraina, è stato ucciso sul nascere. Quasi certamente - tutti gli indizi portano nella stessa direzione - dal compagno con cui aveva convissuto per 16 anni, Daniel Pascal Albanese. Il corpo, martoriato per settimane dagli animali selvatici, è stato trovato lungo la scarpata del terzo tornante della strada Cadorna, il percorso che collega Romano d'Ezzelino a Cima Grappa. A scoprire quelle carni devastate, i resti di quello che era stato un fisico da modella, è stato un gruppo di cacciatori attirato sotto il tornante dall'abbaiare furioso dei cani.
 

 


Albanese aveva accolto e aiutato Sofiya. Un legame che col tempo si era affievolito. Lei, colta e di gusti raffinati, era troppo diversa da quell'uomo così privo di slanci e senza lavoro da due anni. Così aveva scelto di avere relazioni con uomini agiati, spesso più anziani ma facoltosi. Fino alla svolta più recente. Nell'ultimo periodo il cuore della bella ucraina aveva iniziato a battere per un medico radiologo trevigiano, anche lui sulla sessantina: volevano andare a vivere insieme e avere un figlio

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