La corsa del Bitcoin assimilato all'oro, tra speculazione e rischio deflazione

La corsa del Bitcoin assimilato all'oro, tra speculazione e rischio deflazione
di Andrea Bassi
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Giovedì 21 Dicembre 2017, 09:55 - Ultimo aggiornamento: 10:36
Una società giapponese, la Gmo, pagherà i suoi dipendenti in Bitcoin. Una parte del loro stipendio, tra 88 e 882 dollari, potrà essere prelevata in criptovaluta. Dall'altro lato, le autorità della Corea del Sud hanno vietato alle banche del Paese di operare sulla moneta virtuale. A Chicago il Cboe ha lanciato il primo future sui Bitcoin. Sulla piattaforma Cme, la seconda che ha introdotto le contrattazioni sui Bitcoin, nel primo giorno sono stati scambiati 80 i milioni di dollari di future. La Fed ha acceso un faro avvertendo dei possibili rischi per chi investe in criptovalute. La Francia porterà all'attenzione del G20 la questione del Bitcoin e del rischio che venga utilizzato per «finanziamenti illeciti». Il mondo oramai si divide in entusiasti e scettici. Chi crede che il Bitcoin sarà la valuta del futuro che soppianterà tutte le altre, e chi crede che sia soltanto una bolla speculativa. Chi ha ragione? Lo dirà solo il tempo. Vale la pena, però, soffermarsi su un aspetto sottolineato in un report di Kairos. I Bitcoin sono battuti in misura limitata, entro il 2040 ci saranno 21 milioni di pezzi. Poi fine. Oggi in circolo ce ne sono già poco più di 16 milioni. Se per ipotesi diventassero la valuta più usata, scrive Kairos, il loro effetto sarebbe potentemente deflazionistico. Se la quantità di una moneta è fissa, alla crescita del Pil si deve accompagnare una discesa dei prezzi. Una condizione monetaria così feroce, avverte il report, non esisteva nemmeno ai tempi dell'oro. Per questo i Bitcoin non potranno essere mai utilizzati per contrarre debiti. Il loro uso, insomma, è più simile a quello dell'oro. Ma è anche un avviso agli Stati: non battere troppa moneta. Un'ultima questione. Satoshi Nakamoto, lo pseudonimo giapponese dietro cui si cela il presunto creatore dei Bitcoin, è tra i 50 uomini più ricchi del pianeta. Il «papà» della criptomoneta avrebbe 980 mila Bitcoin, per un valore di circa 19,4 miliardi di dollari in base ai calcoli del CoinDesk price index riportati dal sito Quartz nel momento in cui il valore del Bitcoin ha toccato 19.771 dollari.
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