"Da Vinci", all'Aquila il robot che opera con sanguinamento ridotto e degenze dimezzate

"Da Vinci", all'Aquila il robot che opera con sanguinamento ridotto e degenze dimezzate
di Marianna Galeota
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Domenica 17 Dicembre 2017, 16:59
L'AQUILA -Si chiama Da Vinci X ed è l’ultima versione tecnologicamente più avanzata del robot chirurgico in uso all’ospedale San Salvatore da qualche settimana. Il robot, che sarà a disposizione di tutti i chirurghi della Asl provinciale, permetterà di operare con precisione assoluta nel taglio, fornendo un campo visivo ingrandito di 10 volte e garantendo un sanguinamento ridotto e degenze dimezzate nel post-operatorio. Sarà utilizzabile per le procedure in laparoscopia e per i grandi interventi e i campi di applicazione saranno l’urologia, ma anche le altre chirurgie, soprattutto quelle addominali di fegato, pancreas e retto e quella toracica, la ginecologia e l’otorinolaringoiatria. Il Da Vinci X non sostituirà il chirurgo in sala, che resterà quindi sempre la mente dell’intervento, fornendo dalla consolle i comandi ai 4 bracci meccanici che opereranno con chirurgia teleassistita. L’ultimo prototipo arriva all’Aquila grazie alla donazione di 160 mila euro della Fondazione Carispaq e di 80 mila del Fondo Etico per la ricostruzione che hanno consentito di acquistare le strumentazioni chirurgiche in dotazione al robot, dato all’ospedale in comodato d’uso per un anno da Studio Pacinotti del gruppo Ab medica.

«E’ il futuro della chirurgia – ha commentato il direttore del reparto di Urologia Luigi Di Clemente che ha già effettuato alcuni interventi con il robot – Si tratta di un nuovo modo di operare a distanza dal paziente. La tecnologia ci consente di fare gli stessi movimenti che facciamo con le mani, però molto più equilibrati, senza tremori, con immagini aumentate per vedere dettagli anatomici particolari molto amplificati. La mano del chirurgo sarà comunque fondamentale: si chiama infatti chirurgia teleassistita perché è sempre lui che manovra e gestisce i bracci». Alla presentazione di ieri mattina erano presenti oltre a Di Clemente, il manager della Asl Rinaldo Tordera, il vicesindaco Guido Liris e l’ingegnere responsabile del training dei medici e dello staff chirurgico Giulia Giannini.


«Ringraziamo la generosità di Fondazione Carispaq e Fondo etico che ha consentito alla Asl di utilizzare questo prezioso strumento e anche il dottor Di Clemente che sta mettendo insieme un gruppo di collaboratori che lo affiancheranno nell’attività operativa», ha detto Tordera. Il salto di qualità rispetto al passato è che si tratta «di una chirurgia minivasiva, ma con i vantaggi di una chirurgia open – ha precisato la Giannini – Gli strumenti hanno cioè il polso articolato, quindi il chirurgo può usare la stessa gestualità che utilizza in open, però con una tecnica minivasiva che richiede solo tre o 4 accessi».

«La Fondazione ha inteso sostenere con un contributo significativo il progetto per un’attrezzatura ad altissima tecnologia che migliora ulteriormente la qualità delle prestazioni sanitarie di alta specializzazione del San Salvatore - ha affermato il presidente della Fondazione Marco Fanfani – Un intervento a sostegno dello sviluppo socioeconomico del territorio». «Un grande salto di qualità – ha concluso il presidente dell’Ance Ettore Barattelli – Questa cosa ci fa piacere perché incide sulla salute dei cittadini, rendendo la sanità aquilana un centro d’eccellenza». 
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