«E’ il futuro della chirurgia – ha commentato il direttore del reparto di Urologia Luigi Di Clemente che ha già effettuato alcuni interventi con il robot – Si tratta di un nuovo modo di operare a distanza dal paziente. La tecnologia ci consente di fare gli stessi movimenti che facciamo con le mani, però molto più equilibrati, senza tremori, con immagini aumentate per vedere dettagli anatomici particolari molto amplificati. La mano del chirurgo sarà comunque fondamentale: si chiama infatti chirurgia teleassistita perché è sempre lui che manovra e gestisce i bracci». Alla presentazione di ieri mattina erano presenti oltre a Di Clemente, il manager della Asl Rinaldo Tordera, il vicesindaco Guido Liris e l’ingegnere responsabile del training dei medici e dello staff chirurgico Giulia Giannini.
«Ringraziamo la generosità di Fondazione Carispaq e Fondo etico che ha consentito alla Asl di utilizzare questo prezioso strumento e anche il dottor Di Clemente che sta mettendo insieme un gruppo di collaboratori che lo affiancheranno nell’attività operativa», ha detto Tordera. Il salto di qualità rispetto al passato è che si tratta «di una chirurgia minivasiva, ma con i vantaggi di una chirurgia open – ha precisato la Giannini – Gli strumenti hanno cioè il polso articolato, quindi il chirurgo può usare la stessa gestualità che utilizza in open, però con una tecnica minivasiva che richiede solo tre o 4 accessi».
«La Fondazione ha inteso sostenere con un contributo significativo il progetto per un’attrezzatura ad altissima tecnologia che migliora ulteriormente la qualità delle prestazioni sanitarie di alta specializzazione del San Salvatore - ha affermato il presidente della Fondazione Marco Fanfani – Un intervento a sostegno dello sviluppo socioeconomico del territorio». «Un grande salto di qualità – ha concluso il presidente dell’Ance Ettore Barattelli – Questa cosa ci fa piacere perché incide sulla salute dei cittadini, rendendo la sanità aquilana un centro d’eccellenza».
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