Rifiuti, Roma verso il collasso: Raggi chiede aiuto a 5 Regioni

Rifiuti, Roma verso il collasso: Raggi chiede aiuto a 5 Regioni
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 24 Novembre 2017, 08:01 - Ultimo aggiornamento: 12:36

Più rifiuti romani in giro per l’Italia per evitare di ritrovarsi con la spazzatura sotto l’albero, anzi sui marciapiedi. La prima lettera è stata inviata dall’Ama alla Regione un mese fa. La municipalizzata dei rifiuti chiedeva agli uffici del palazzo sulla Colombo di stringere una intesa con altre cinque regioni in modo da portare i rifiuti indifferenziati della Capitale in dieci impianti di quei territori. La seconda missiva è di queste ore e porta la firma della sindaca Virginia Raggi, sollecita la Regione a sbloccare la pratica e dunque a consentire ad Ama di trasportare la spazzatura fuori dai confini laziali nelle cinque regioni indicate dall’azienda. In realtà il Lazio ha già messo in moto la macchina per trovare un’intesa con Abruzzo e Toscana.

INCOGNITE
Di fronte al rischio di un Natale con i rifiuti per strada, Roma Capitale e l’Ama corrono ai ripari, visto che Colari, società a cui fanno capo i due impianti di trattamento di Malagrotta, ha comunicato con una lettera che può ricevere solo 750 tonnellate di rifiuti al giorno, dunque 500 in meno del solito, perché ci sono problemi per lo smaltimento nelle discariche e negli inceneritori del materiale prodotto. A questa tegola, si aggiungono quelle già note: Rida, ad Aprilia, non lavora più 300-400 tonnellate giornaliere di rifiuti romani; dal 3 dicembre non partiranno più i treni per l’Austria che trasportavano 100 tonnellate giornaliere di indifferenziato. Morale: i quattro impianti tmb di Roma (due di Ama e due di Colari) rischiano di andare in crisi proprio sotto Natale. 
Ecco perché l’Ama mesi fa aveva raccolto manifestazioni d’interesse da impianti di altre regioni italiane disponibili a ricevere l’indifferenziato romano. Si sono proposte dieci aziende distribuite in cinque regioni differenti: Abruzzo, Toscana, Umbria, Piemonte e Lombardia. Il problema è che per questo tipo di soluzione, come già fatto ad esempio con l’Abruzzo, servono accordi tra le due regioni coinvolte. Per questo, ora anche il Campidoglio ha scritto una lettera alla Regione per sollecitare l’intesa, in modo da avere più opzioni per superare una eventuale fase di difficoltà.

REAZIONI
Il caso Malagrotta (ma ancora non è chiaro la durata di questo stop) ha suscitato ieri molte reazioni preoccupate. Già il Pd aveva messo in guardia sulle possibili conseguenze, ieri è intervenuto anche il capogruppo capitolino di Forza Italia, Davide Bordoni, che ha spiegato: «Nonostante il tentativo dell’amministrazione di silenziare la vicenda, tutti sanno che è arrivata una comunicazione del consorzio Colari che informa sulla necessità di diminuire il conferimento di rifiuti nei due Tmb di Malagrotta. Che cosa hanno da dire Virgina Raggi e i suoi?». 
ARRETRATI
Anche Fratelli d’Italia (in particolare Fabrizio Ghera e Piergiorgio Benvenuti) attaccano: «Sindaca e assessore dicano come uscire da questa fase difficile». All’orizzonte c’è poi un altro problema di tipo finanziario: l’Ama dovrà versare 17 milioni di euro a Colari, come riconoscimento degli arretrati dell’aumento della tariffa (determinata dalla Regione) che paga per l’uso dei due tmb di Malagrotta. Questo renderà più complicato chiudere il bilancio che sarà approvato nei primi mesi del 2018. Una grana in più per il presidente e amministratore delegato Lorenzo Bagnacani che, dopo l’addio di Stefano Bina, ha assunto ad interim la responsabilità di direttore generale. E’ anche in corso una trattativa sindacati-azienda per decidere come pagare l’acconto sul premio di risultato 2017, un nuovo incontro è stato fissato in queste ore.

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