L'avventura di Lillo Puccica a Lumezzane: «Aspettavo la C, ma ho trovato il tesoro allenando i giovani»

L'avventura di Lillo Puccica a Lumezzane
di Marco Gobattoni
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Venerdì 24 Novembre 2017, 12:17
A luglio faceva caldo e allenava una squadra costruita per fare ben in serie C, a novembre c’è la nebbia e l’umidità lombarda ti entra nelle ossa, ma il Lumezzane dei giovani allenato da Lillo Puccica vince ed esporta tanti prodotti del vivaio che in questi giorni di shock, post mancato accesso al Mondiale di Russia, riempiono le pagine dei giornali e le bocche degli addetti ai lavori, alla ricerca di un modo per far ripartire la macchina calcio in Italia.

Puccica insieme ai giovani ha sempre lavorato bene, ma alla guida del Lumezzane si sta superando: i lombardi hanno passato un’estate nella vana attesa di essere ripescati tra i professionisti ma quando il sogno è svanito nelle mani del tecnico di Capranica è rimasto soltanto un manipolo di giovani con la quale affrontare alla cieca il difficile campionato di serie D, dentro un girone di ferro come quello B. “Sono arrivato in Lombardia insieme a Nardecchia che mi fa da vice – racconta Puccica – eravamo pronti per fare la C con una squadra costruita per fare bene. Il nostro amministratore unico Renzo Cavagna ero sicuro della riammissione. La chiamata per la C non è mai arrivata e da lì è iniziata la nostra avventura difficile ma bellissima”.

Rinuncia alla Coppa Italia, giocatori che stringevano mani ma se ne andavano verso lidi più sicuri e Puccica che si ritrova ad iniziare un campionato con dodici giocatori della juniores. “Il 3 settembre stavo tornando a casa sicuro che non avremmo iniziato neppure il campionato: dopo l’allenamento mi chiama il presidente e mi dice che il giorno dopo avremmo giocato. Le prime quattro giornate le abbiamo affrontate con ragazzi del 2000 e 2001, perdendo ma senza mai perdere la faccia. Il 30 settembre ho ricevuto dieci giocatori tutti insieme: non conoscevo nessuno e loro non giocavano da aprile eppure se finisse il campionato oggi saremmo salvi”.

Quattordici i punti raccolti finora allenando la compagine più giovane di tutta la serie D: nessun giocatore sotto l’anno 1990 e un centrocampista classe 2000, Matteo Soragna, che ha stuzzicato gli osservatori di tanti grandi club. “Avrei preferito allenare in una situazione più tranquilla ma qui mi sto divertendo. La gente ha capito cosa stiamo facendo e ci ama: a Lumezzane non riesco a pagare un caffè”. Puccica però non è diventato polentone e uno sguardo a quello che succede a Viterbo e dintorni lo volge sempre. “La Viterbese ha una grande squadra e lotterà per le prime tre posizioni: scherzando mi viene da dire che sono uno dei pochi che ha resistito a Camilli fino al termine del contratto. Mi dispiace invece, per l’addio al calcio di Roberto Ciappici: c’è un tempo per tutto ma il calcio viterbese perde una figura genuina e passionale”.
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