Roma, la rivoluzione delle monetine di Fontana di Trevi. Il Comune: «Non più solo alla Caritas»

Roma, la rivoluzione delle monetine di Fontana di Trevi. Il Comune: «Non più solo alla Caritas»
di Laura Larcan
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Venerdì 10 Novembre 2017, 15:47 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 12:02
C'è già qualcuno che, sottovoce, la chiama la rivoluzione delle monetine. Perché gli spicci, si fa per dire, lanciati dai turisti (o da qualche romano romantico) nella Fontana di Trevi e raccolti puntualmente come da tradizione dal personale comunale non saranno più versati direttamente alla Caritas, ma resteranno nelle casse capitoline. In altre parole, lo storico accordo tra il Campidoglio e l'istituzione diocesana sta per essere riscritto. Il nuovo sistema, infatti, entrerà a regime dal primo aprile del 2018. Questione non da poco, visto che quel rito propiziatorio per un ritorno nella Città eterna, vale una media annuale di 1 milione di euro di soldi pescati. I dettagli spiccano ora nella memoria di giunta capitolina approvata lo scorso 30 ottobre, che affronta la questione della «raccolta e impiego delle monete rinvenute negli invasi della Fontana di Trevi e di altre fontane monumentali cittadine», firmata dal vicesindaco con delega alla Crescita culturale Luca Bergamo e dall'assessore alla Scuola e Comunità solidale Laura Baldassarre.

LA RAGIONERIA Cosa emerge? Che per «quanto concerne la raccolta e l'impiego delle monete della Fontana di Trevi la continuità del rapporto con la Caritas Diocesana di Roma» durerà fino al 31 marzo del 2018. E poi? Le monetine rientreranno sotto l'egida di un nuovo «Gruppo di Lavoro che include anche la Ragioneria generale» coordinato dal Dipartimento delle politiche sociali e dal Dipartimento della Cultura che le assegnerà sulla base di progetti di solidarietà e assistenza sociale presentati al Comune. Insomma, il rito beneaugurale del lancio di monetine non finanzierà tout court le attività della Caritas come accade dal 2001. La manovra delle monetine, attenzione, riguarderà tutte le fontane storico-artistiche di Roma che sono prese di mira, si fa per dire, dal lancio dei soldi. Anche in questo caso, tutto il denaro riemerso dall'acqua volerà dritto nelle casse del Gruppo di Lavoro che individuerà i soggetti da finanziare, previo progetto charity. Cosa cambia? Nell'ottobre del 2015, con delibera dell'allora sindaco Marino, la Sovrintendenza capitolina diventava «l'esclusiva e legittima destinataria delle monete lanciate negli invasi delle fontane storico-artistiche di Roma Capitale».

Un tesoretto che veniva destinato alla manutenzione del patrimonio artistico, con la sola eccezione della Fontana di Trevi, le cui risorse alimentavano la Caritas. Ora si cambia tutto. Gli assessori firmatari del documento, in sostanza, modificano i destinatari. Non foss'altro per la Sovrintendenza capitolina, si legge nel testo, che ha «evidenziato particolari criticità» nell'organizzazione della raccolta delle monete, comprese le operazioni di «contabilizzazione delle monete», sottolineando anche lo squilibrio tra i «costi da sostenere e il corrispettivo monetario delle somme che si rinvengono» nelle fontane. Insomma, Palazzo Lovatelli cede il testimone al nuovo «gruppo di lavoro interdisciplinare». Il Gruppo, dunque, gestirà tutta la vita capitolina delle monete: la raccolta, gli aspetti tecnico-contabili (visto che molte monete sono straniere), e la destinazione delle somme. Passaggio questo che sarà supervisionato dagli uffici della Baldassarre, per essere poi sottoposto alla Giunta. Tutto da rifare, dunque, per la Caritas: l'accordo con il Campidoglio è scaduto lo scorso 31 ottobre, e per il momento si prevede una proroga fino al 31 marzo del 2018. «E comunque - conclude il documento - non oltre il perfezionamento delle procedure anzidette».
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