Il contratto da “professore straordinario” era stato firmato un paio di giorni prima, sulla scrivania del rettore Giovanni Paciullo: contratto triennale coperto interamente con uno stanziamento ad hoc della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e decreto del rettore a sugellare l'accordo.
«Farò esami da sei, otto ore», ha scherzato il critico d'arte neo professore al termine della cerimonia di lunedì. Ma appena due giorni dopo l'inaugurazione dell'anno accademico il direttore generale dell'Università per Stranieri di Perugia, Cristiano Nicoletti, ha inviato una pec a Sgarbi e al suo avvocato, Giampaolo Cicconi, dichiarando «nullo di diritto» il contratto. Poiché - ha spiegato Nicoletti- i dipendenti pubblici non possono avere due o più contratti in due o più enti contemporaneamente. Nella mail, che fa seguito ad un precedente scambio di comunicazioni, si cita l’articolo 53 del decreto legislativo 165/2001: le norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche. Ne conseguirebbe, come specificato nella lettera: «il venir meno di qualsiasi vincolo contrattuale posto in essere con questo ateneo».
Ma la partita è solo all'inizio, visto che il neo prof ha tutte le intenzioni di mantenere la toga.
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