Biscardi, Angelo Guglielmi: «Un palcoscenico in diretta sulla realtà»

Angelo Guglielmi
di Marco Castoro
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Lunedì 9 Ottobre 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 08:08

«Ad Aldo Biscardi si deve l’invenzione del talk in tv. Al suo Processo, negli anni, si sono ispirate tutte le trasmissioni che fanno del dibattito acceso il filo conduttore del format. E non solo nei programmi sportivi ma anche in quelli politici, nei quali ci si confronta faccia a faccia e con toni spesso esasperati. Come si faceva al Processo». Angelo Guglielmi, lo storico papà della terza rete Rai, non ha dubbi: Biscardi è stato un innovatore della tv.

Il Processo del Lunedì, programma antesignano della tv di oggi…
«È stata l’unica trasmissione che ho confermato al mio arrivo. Cancellai tutto il palinsesto precedente per rifarlo daccapo. A eccezione proprio di Biscardi perché lo consideravo una delle punte della rete, uno dei più capaci a strappare ascolti e a calamitare il pubblico a casa. Come lui soltanto Michele Santoro e Piero Chiambretti. Il primo in grado di movimentare le piazze, il secondo capace di far divertire il pubblico con le sue trovate originali e fuori dagli schemi, andava in giro a inventare».

Che ricordo ha di Biscardi?
«Uomo simpatico. Dalla dialettica facile e come tutti coloro che hanno facilità nell’esprimere parole poteva cedere in qualche tono casereccio, “popolaresco”. Ciò però gli permetteva di avere un rapporto diretto col pubblico a casa. Ho sempre avuto grande stima e rispetto e per lui e per il suo programma che lo vedeva come autore e conduttore. In pratica era come se si fosse non in tv ma su un palcoscenico, con la realtà che andava in diretta. Io quando lo guardavo da spettatore diventavo un suo suddito».

Eppure in molti ridevano di lui per le sue espressioni pittoresche…
«Ma non era certo un comico. È stato un professionista esemplare e molto preparato. Chi lo sfotteva sbagliava, perché Biscardi sapeva fare tv più di tanti altri mezzibusti più famosi di lui».

Un modo nuovo di condurre in tv?
«Con lui è nata la neo televisione, quella che ha sostituito la tv educativa in voga prima del Processo. E proprio Biscardi ha dimostrato che quel vecchio modo di fare tv non era più attuale».

Chi sono i suoi eredi in tv?
«Uno sicuramente Fabio Fazio. Sotto la mia direzione lui e Marino Bartoletti s’inventarono un format vincente: Quelli che il calcio. Ovviamente anni dopo il Processo. Il programma ha avuto ottimi ascolti. Geniale quell’ultimo minuto di partita che il tifoso guardava con un occhio in un buco. Ricordo che Bartoletti prima di cominciare mi ha promesso il 20% di share in meno di un anno dal via. Ed è andata proprio così.

Per me è stata una scommessa vinta».

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