Mafia, blitz contro clan Rinzivillo: 37 arresti tra Italia e Germania, anche due carabinieri
e un avvocato romano

Mafia, blitz contro clan Rinzivillo: 37 arresti tra Italia e Germania, anche due carabinieri e un avvocato romano
di Elena Panarella
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Mercoledì 4 Ottobre 2017, 07:47 - Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 14:40

Dalle prime luci dell’alba è in corso una vasta e complessa operazione antimafia, coordinata dalla Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e disposta dalle Direzioni Distrettuali Antimafia di Roma e di Caltanissetta, nei confronti dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente della famiglia mafiosa di Gela, nella sua articolazione territoriale denominata clan Rinzivillo. Tra gli arrestati un avvocato romano accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e due carabinieri accusati invece di aver utilizzato la banca dati delle forze dell'ordine per recuperare informazioni girate poi al clan.

Oltre 600 operatori di polizia, appartenenti al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, alla Questura di Caltanissetta, al Comando Provinciale dei Carabinieri di Roma nonché alla Polizia Criminale di Colonia (Germania), stanno eseguendo due ordinanze di custodia cautelare (in carcere e ai domiciliari), nei confronti di 37 soggetti, affiliati al predetto clan mafioso ovvero responsabili di plurime condotte criminali aggravate dal metodo mafioso.  Sequestrati beni e società per oltre 11 milioni di euro.

I Rinzivillo sono un clan mafioso originario di Gela, in Sicilia, alleato con i Madonia di Caltanissetta: in particolare il loro referente sarebbe Giuseppe “Piddu” Madonia e tramite questi la parte di Cosa Nostra fedele ai Corleonesi di Bernardo Provenzano. Hanno insediamenti ben radicati nel milanese. Secondo la Direzione nazionale antimafia la famiglia sarebbe retta da Crocifisso, Salvatore (arrestato) e Antonio Rinzivillo. Secondo la relazione della DNA presentata nel 2009 alla Commissione parlamentare Antimafia, a Gela esistono due principali tronconi di Cosa Nostra: i Rinzivillo e gli Emmanuello. I secondi, stando alla relazione, avrebbero una maggiore presenza militare sul territorio, mentre i primi curerebbero principalmente gli interessi economici, con una rete di collegamenti fra la Sicilia, il Lazio e l’Italia settentrionale, anche per la debolezza militare dovuta ai numerosi arresti subiti negli anni. La disputa tra i due gruppi criminali sarebbe iniziata nel 1999 e a partire da quell’anno avrebbe scatenato una faida fra i due gruppi.
 
Ma in realtà il clan gelese  fu decimato nel 2006 con una operazione dei carabinieri, denominata «tagli pregiati», che portò in carcere 79 persone e il sequestro di beni per 20 milioni di euro, tra la Sicilia, il Lazio e la Lombardia. In manette finirono anche sei donne, accusate di avere garantito i collegamenti tra i boss detenuti e i luogotenenti che operavano all’esterno. L’inchiesta antimafia scattò dalla denuncia di un commerciante che denunciò un caso di estorsione. Con le successive indagini i carabinieri riuscirono ad accertare l’esistenza di un racket delle carni controllato dai Rinzivillo che riciclavano, in aziende del settore alimentare e nell’edilizia, i proventi degli affari illeciti come estorsioni, traffico di droga, usura, caporalato, furti e rapine. La loro organizzazione aveva stretto alleanze con il clan Santapaola, a Catania, e con le famiglie della ‘ndrangheta calabrese in varie regioni d’Italia e perfino all’estero. Anche allora, tra gli indagati, fu fermato un maresciallo dei carabinieri, accusato di avere passato ai clan informazioni riservate.

Nel Lazio la famiglia è stata coinvolta in diverse inchieste della Direzione distrettuale antimafia di Roma, con un coinvolgimento che la DNA definisce la conferma della presenza di Cosa Nostra nella regione.

Il cuore del business dei Rinzivillo sarebbe infatti la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli. In particolare, i Rinzivillo sono stati coinvolti nelle indagini sulle presunte infiltrazioni mafiose al mercato ortofrutticolo di Fondi, che ha portato alla richiesta di scioglimento per il Comune laziale. Proprio al mercato ortofrutticolo di Fondi ci sarebbe un collegamento operativo fra camorra, ‘ndrangheta e Cosa Nostra, che attraverso la famiglia Rinzivillo permetterebbe la connessione con il mercato ortofrutticolo di Vittoria. E sempre tramite Fondi i Rinzivillo sarebbero in affari con i Casalesi e con i Santapaola-Ercolano.

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